Scuole Calabria, a Cosenza vince l’anarchia nel giorno della riapertura

Negli istituti scolastici adottati orientamenti differenti: alcuni hanno ripreso mantenendo l'obbligo di frequenza del cinquanta percento, altri hanno già consentito la Dad volontaria, altri ancora hanno scelto di non riaprire

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di Salvatore Bruno
1 febbraio 2021
10:58
L’Istituto superiore Da Vinci-Nitti di Cosenza
L’Istituto superiore Da Vinci-Nitti di Cosenza

Rimanere appesi al filo dell'incertezza. Questo aspetto sembra essere il più destabilizzante per i ragazzi, alle prese con le conseguenze dell'ordinanza emanata sabato sera dal presidente facente funzioni della Regione.

Organizzazione saltata

Il provvedimento di Nino Spirlì è entrato a gamba tesa sui dirigenti scolastici, pressati per tutta la domenica dalle richieste di accesso immediato alla Did da parte di genitori che fin da quest'oggi hanno scelto di mantenere i propri figli a casa. Per cui nel giro di una notte il calendario delle turnazioni già organizzate per consentire il rientro in aula del cinquanta percento degli studenti è andato a farsi benedire.


I tre scenari

Nel cosentino alcuni istituti hanno subito autorizzato il proseguimento della didattica on line, altri hanno mantenuto l'assetto precedentemente predisposto, segnando quindi come assenti quegli alunni che avrebbero dovuto fare ritorno in aula e rimasti invece a casa, altri ancora, come il Da Vinci-Nitti del capoluogo bruzio, hanno posticipato la riapertura a lunedì prossimo lasciando tutti in Dad per una ulteriore settimana.

Chat bollenti

Ma l'aspetto più devastante di tutta questa storia è lo stato di tensione alimentato dal conflitto tra sostenitori del ritorno in classe e promotori della didattica integrata. Conflitti consumati nelle chat da ore diventate bollenti, scandite da toni infuocati, quando non addirittura degeneranti in minacce da denuncia alla polizia postale. Non tanto e non solo tra gli adulti ma soprattutto tra ragazzi, con gli studenti desiderosi di tornare tra i banchi soccombenti agli sfottò ed agli insulti dei loro coetanei timorosi di prendere il Covid, e per questo orientati a seguire le lezioni da casa.

In Veneto fanno così

La scuola quindi come terreno di scontro e non di educazione. Questa ordinanza che non ordina ma raccomanda, lasciando spazio a libere e personalistiche interpretazioni, viene applicata in una regione dove, per fortuna, i casi Covid attivi sono meno di novemila, vale a dire circa lo 0,50 percento della popolazione. In Veneto, altra regione a trazione leghista, in cui l'incidenza del coronavirus è decisamente maggiore, gli istituti hanno riaperto senza tante storie, la Did è concessa a chi ne fa richiesta ma sulla base di specifici requisiti, per esempio in favore di soggetti fragili con patologie immunodepressive, mentre l'amministrazione non solo ha fornito dati precisi in merito al numero dei mezzi di trasporto pubblico aggiuntivi predisposti, 683 nel complesso, ma ha pure ingaggiato 224 steward per regolamentare il flusso dei ragazzi ed evitare assembramenti.

Giornalista
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