Una pedalata per la vita

Seimila chilometri in bici in memoria della moglie morta: l’impresa di un finanziere in servizio a Catanzaro

Partito da Messina l'8 luglio, l'obiettivo era raggiungere Capo Nord a Ferragosto: Gasparino La Rosa ce l'ha fatta con 3 giorni di anticipo. Un viaggio in onore di Maria, uccisa da un tumore, grazie al quale è riuscito a raccogliere più di 20mila euro per la ricerca contro il cancro

di Redazione
14 agosto 2023
17:42
Gasparino La Rosa e sua moglie Maria
Gasparino La Rosa e sua moglie Maria

Era partito l'8 luglio scorso da Messina a bordo della sua bicicletta, con l'obiettivo di raggiungere Capo Nord, dopo una pedalata di quasi 6.000 chilometri, a Ferragosto. Ma, impresa nell'impresa, è riuscito a raggiungere la sua meta con 3 giorni di anticipo, il 12 agosto. Si è concluso così il "viaggio per la vita" intrapreso da Gasparino La Rosa, maggiore della Guardia di finanza in servizio al Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro.

Un viaggio intrapreso in memoria e onore della moglie Maria, morta un anno fa di tumore, e per raccogliere fondi per l'Airc per la ricerca contro il cancro. L'iniziativa, patrocinata dal Comando generale della Guardia di finanza e supportata dalla Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, infatti, si proponeva anche come un'azione di forte sensibilizzazione e di sostegno alla ricerca sul cancro.


Nel corso della sua pedalata, raccontata giorno per giorno, tappa dopo tappa, sulla pagina web retedeldono.it, La Rosa, grazie alle donazioni on line, è riuscito a raccogliere 20.704 euro.

Dopo essere sceso dalla bicicletta sotto alla statua "Il globo", La Rosa ha salito i pochi gradini e ha legato all'installazione un foulard appartenuto della moglie. «Lei – aveva raccontato il finanziere-ciclista alla partenza – ha affrontato a testa alta il lungo ed estenuante combattimento, senza mai buttare la spugna e cercando di volta in volta di arrivare al round successivo, pur sapendo che l'incontro si sarebbe concluso con un knockout a favore dell'avversario. Il suo più importante coach (la ricerca) le ha consentito di rimanere in piedi il più a lungo possibile e, in alcuni round, le ha dato anche la speranza di poter vincere. Sono sicuro che le farebbe molto piacere se lo stesso allenatore, con tecniche innovative, potesse donare ad altri le speranze di vita che lei non ha avuto».

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