Via crucis

Strage di Cutro, vescovo Morrone: «Spero in un cortocircuito della comunicazione e non del cuore»

VIDEO | Durante la via crucis anche le riflessioni del vescovo di Reggio-Bova e del presidente del centro culturale islamico della città dello Stretto, Hassan El Mazi: «Questa non è umanità»

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di Anna Foti
4 marzo 2023
23:00

Da Cutro è giunto fino a Reggio Calabria un urlo di dolore scioltosi in preghiera, in una gremita basilica del Duomo, in nel primo venerdì di quaresima dopo la tragedia. Un grido di disperazione al quale non si poteva e non si doveva restare indifferenti.

«Sento la partecipazione corale a questo dolore. Sento il vostro cuore che pulsa, che non si è chiuso oggi come anche in passato. La comunità di Reggio ha conosciuto anche l’accoglienza di migranti non sopravvissuti al mare alcuni anni fa. Pure in quella circostanza essa, come sta facendo oggi quella crotonese, ha onorato il Signore e l’umanità dalla parte della quale Lui ci chiede di stare. La parte dalla quale stiamo quando rispondiamo di sì e scegliamo di accoglierlo. La Croce è, invece, il segno del dolore dei nostri no. Questa tragedia ci interroga e ci chiede di dire sì, di scegliere l’accoglienza e l’umanità. Ci chiede di scegliere la vita e la speranza».


Questa una delle riflessioni offerte da monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria – Bova in occasione di una via crucis speciale alla quale ha preso parte anche Hassan El Mazi, responsabile della centro culturale islamico di Reggio Calabria.

La basilica cattedrale del Duomo di Reggio Calabria è stata come il mare aperto solcato da fratelli e sorelle che si avventurano alla ricerca di una vita più dignitosa per sé e per i propri figli. Un viaggio via mare che cuce distanze anche siderali. In esso palpita la speranza, anche se spesso avviene in condizioni disperate.

Un viaggio che sovente abbiamo visto terminare anche al porto di Reggio Calabria e che può riservare, però, tante incognite. Quel mare aperto, in cui si nascondono insidie, può diventare una forza ingovernabile che inghiottisce. Come accaduto nel mare antistante la spiaggia di Cutro, all’alba della scorsa domenica.

“Da un abisso di indifferenza a un mare di umanità” è stato il titolo scelto per questo itinerario dello spirito nel quale anche i suoni hanno richiamato le onde e il mare, testimoniando il dolore e la tragedia ma anche la speranza.

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Giornalista
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