Sette indagati per la strage del Raganello. Omicidio colposo tra i reati ipotizzati

NOMI-FOTO | Svolta nella tragedia delle gole che costò la vita  a dieci persone. Notificato l'avviso di garanzia anche a tre sindaci e al presidente del parco del Pollino. Tra gli altri reati ipotizzati lesioni colpose ed omissioni d’atti di ufficio

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di M. S.
13 settembre 2018
11:31
 Antonio Carlomagno, sindaco di Cerchiara
Antonio Carlomagno, sindaco di Cerchiara

Appena qualche giorno fa procuratore di Castrovillari aveva annunciato importanti novità. E così è stato. Meno di un mese e il cerchio inizia a chiudersi. Meno di un mese e le indagini sulla strage del Raganello che ha causato la morte di dieci persone arrivano ad una svolta. La Procura di Castrovillari, diretta da Eugenio Facciolla, ha infatti emesso un avviso di garanzia a carico di sette persone. Tra questi tre sindaci, di Civita, San Lorenzo Bellizzi e Cerchiara di Calabria, Alessandro Tocci, Antonio Cersosimo e Antonio Carlomagno. Indagato anche il presidente del Parco del Pollino, Domenico Pappaterra, e il dirigente dell’ufficio Biodiversità dei carabinieri forestali Gaetano Gorpia. Notificato l’avviso di garanzia anche a due guide escursionistiche Giovanni Vancieri e Marco MassaroSolidarietà ai sindaci e al presidente del Parco del Pollino è stata espressa dal capo della Protezione civile regionale, Carlo Tansi «che – dichiara il dirigente - nell'esercizio della loro attività devono assumere gravosissime responsabilità, con scarsissimi strumenti operativi a disposizione».

I reati ipotizzati

«Mi ha colpito – aveva dichiarato Facciolla dopo il primo sopralluogo alle gole - il fatto che l'area fosse accessibile a tutti in condizioni certamente critiche». E la motivazione degli avvisi di garanzia risponde alle sue dichiarazioni. Tutte sono persone che avrebbero avuto una responsabilità, a vario titolo, nella mancata applicazione delle misure e degli interventi preventivi che avrebbero potuto evitare la tragedia. I reati ipotizzati sono omicidio colposo e lesioni colpose, inondazione colposa ed omissione di atti d'ufficio.


«Giusto dare una risposta»

La Procura di Castrovillari, che non esclude che a questi primi indagati possano aggiungersene anche altri, ha lavorato e sta lavorando a ritmo serrato fin dai momenti successivi alla strage per arrivare alla verità: «Sin dai primi passi dell'inchiesta - ha affermato Facciolla - abbiamo lavorato senza sosta per dare una risposta a quanti sono rimasti coinvolti nella tragedia del torrente Raganello: alle vittime ed ai loro familiari, ai feriti ed a quanti, pur essendo usciti indenni, hanno subito un grave trauma psicologico per la terribile vicenda che hanno vissuto. Per questo è giusto dare una risposta di giustizia nei tempi più rapidi e nel modo più efficace possibile». Ed è giusto capire come sia stato possibile che un’escursione si sia trasformata in un inferno di acqua, detriti e fango che ha inghiottito dieci vite umane ferendo per sempre una comunità, una regione e una nazione intera.

La tragedia in 3D

Intanto il procuratore ha convocato gli indagati e i loro legali al fine di chiarire le diverse ipotesi di responsabilità che loro addebitate. La riunione è in corso. Intanto si fa strada l'ipotesi di una ricostruzione in 3D dell'evento catastrofico. Per questo avrebbe già individuato specialisti che dovranno occuparsi della mappatura e della ricostruzione virtuale dell'ultimo tratto del torrente Raganello dove e' avvenuta la tragedia. 

Giornalista
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