USURA: LA DIA CONFISCA BENI PER 100 MILIONI DI EURO ALL’IMPRENDITORE CITRIGNO

Nel mirino della Direzione investigativa antimafia di Catanzaro anche quattro cliniche di Cosenza, oltre a società edili ed immobiliari, fabbricati, terreni e svariati rapporti finanziari
30 luglio 2014
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CATANZARO – Dopo il sequestro, ecco la confisca. Beni per 100 milioni di euro, tra cui quattro cliniche, sono stati confiscati dalla Dia di Catanzaro all'imprenditore cosentino Pietro Citrigno, condannato in via definitiva per usura a 4 anni ed otto mesi di reclusione e attualmente agli arresti domiciliari. Oltre al Centro clinico San Vitaliano di Catanzaro,  struttura accreditata dal Servizio sanitario calabrese, con circa 35 posti  letto per pazienti affetti da patologie neuromuscolari, sono state confiscate  le cliniche Villa Gioiosa di Montalto Uffugo e Villa Adelchi di Longobardi  (CS), entrambe accreditate dal Servizio sanitario, con circa 50 posti, e il  Centro clinico Ortensia di Cosenza Confiscate anche società edili e immobiliari, 35 fabbricati, 4 terreni, 9 auto e rapporti finanziari.

 


“Imprenditore contiguo alle cosche”. Il provvedimento di confisca di beni per 100 milioni all'imprenditore Pietro Citrigno è stato adottato dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Cosenza dopo che gli stessi beni erano stati sequestrati in due occasioni al termine delle indagini della Dia e su richiesta  del direttore della Dia Arturo De Felice. Secondo il Tribunale, Citrigno ha "continuato a tenere comportamenti antisociali e penalmente rilevanti" anche dopo la condanna per usura. In base alle indagini della Dia, il Tribunale di Cosenza ha scritto nel provvedimento che dagli atti del procedimento penale "emerge non solo il consolidato ed allargato sistema di usura posto in essere da Citrigno almeno già dagli anni settanta, ma altresì la contiguità (e non già l'intraneità) del medesimo ad alcuni esponenti di spicco delle consorterie criminose operanti nel cosentino". Citrigno, secondo il  Tribunale, è risultato "soggetto equidistante da entrambi i clan di spicco, che aveva bisogno di protezione a livello delinquenziale, al fine di tutelare le proprie attività imprenditoriali, nonché quale soggetto noto negli ambienti delinquenziali per il suo allargato giro usura".

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