Varapodio, false dichiarazioni per ottenere i buoni Covid: 13 denunce

Chi percepiva altri sussidi e chi un reddito più alto rispetto ai requisiti stabiliti dal Comune per accedere agli aiuti statali erogati in piena emergenza. Calcolato un danno erariale complessivo di circa 2500 euro

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di Redazione
2 novembre 2020
08:28

Dopo gli 86 deferiti delle settimane scorse nel corso dell’operazione denominata “Dike 2”, altre 13 persone, tutte residenti nel Comune di Varapodio, sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria per aver prodotto false certificazioni al fine di ottenere il cosiddetto “buono spesa covid”, durante la precedente fase acuta dell’emergenza.

 


Un aiuto straordinario introdotto dal Governo per questo periodo di emergenza sanitaria ed erogati direttamente dai Comuni alle persone e famiglie in difficoltà economica, per acquistare alimenti farmaci e altri beni di prima necessità, i cui requisiti di dettaglio e criteri di precedenza, sono stati decisi proprio dagli Enti Comunali e assegnati anche in base ad autodichiarazione dei richiedenti. In tale ambito quindi, i Carabinieri della Stazione di Varapodio hanno svolto un puntuale controllo delle istanze prodotte per ottenere i “buoni spesa”, al fine di verificare la regolarità delle procedure attestative e quindi l’effettivo possesso dei requisiti previsti e da tale attività sono emerse irregolarità in capo a 13 soggetti, tutti segnalati alla Procura della Repubblica di Palmi, per le successive valutazioni di competenza.

 

Nonostante il Comune avesse stabilito, tra gli altri requisiti, il limite massimo a 700 euro mensili di reddito per accedere al fondo di solidarietà alimentare, si è accertato che i deferiti percepivano in realtà somme ben superiori, dovendo attestare il falso nella dichiarazione sostitutiva per poter accedere, illegittimamente, a tale aiuto economico. C’era chi percepiva già altri sussidi pubblici a sostegno del reddito, indennità di disoccupazione, cassa integrazione o anche una pensione, in ogni caso superiore al limite stabilito, e anche chi, nel periodo, fortunatamente ha continuato a lavorare regolarmente nell’ambito di attività non sospese e, nonostante questo, ha inteso richiedere ulteriori aiuti senza averne diritto, da destinare invece a chi il lavoro lo aveva perso o non lo ha mai avuto. Il danno erariale complessivo è stimato in circa 2.500 euro.

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