Nekròpoli romaikì

A Condofuri torna alla luce un’imponente necropoli romana rimasta sepolta per secoli

VIDEO | L’importante sito è stato rinvenuto grazie agli scavi effettuati dal gruppo archeologico Valle dell’Amendolea. Trovate diverse tombe alla cappuccina e molti reperti preziosi ora custoditi nel museo della città

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di Adelia Iacino
20 settembre 2024
22:58

L’area grecanica della Calabria custodisce tesori nascosti, città rimaste sepolte per secoli, in attesa di essere riportate alla luce. Come la necropoli romana rinvenuta a Condofuri in località “Rossetta”, grazie agli scavi effettuati dal gruppo archeologico “Valle dell’Amendolea”, risalente a un periodo compreso tra il I e il IV secolo dopo Cristo. Le attività di recupero hanno avuto inizio nel 2014, come racconta ai microfoni di Grecanica News Francesco Manglaviti, presidente del gruppo: «Abbiamo chiesto, allora c’erano i commissari prefettizi nel Comune di Condofuri, di indagare questa zona, e ci è stato concesso. Si tratta di una necropoli romana, volevamo fare un’indagine più approfondita».

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Un lavoro che ha permesso di ritrovare diverse tombe dell’epoca greco-romana, tombe alla cappuccina, un tipo di inumazione etrusco-romana destinata per lo più alle classi meno agiate e diffusa soprattutto in epoca imperiale. Questo tipo di sepoltura viene così detto perché, se guardato in sezione frontale, ha la forma di un triangolo, proprio come il cappuccio tipico dei frati cappuccini. «Naturalmente la Soprintendenza - spiega Manglaviti - ha presieduto e controllato i lavori, indirizzandoci anche negli scavi, perché noi siamo volontari, ed eravamo allora anche abbastanza inesperti. Abbiamo indagato quindi un certo numero di tombe, addirittura dieci: il risultato è che si tratta di una necropoli abbastanza imponente».


La necropoli è situata fuori dalle mura cittadine, lungo la principale via d’accesso, e ospita, oltre ai semplici loculi scavati nella roccia per le persone meno abbienti, anche camere funerarie più elaborate. «Abbiamo trovato poi tantissimo materiale a corredo delle tombe stesse, sia all’interno che all’esterno delle tombe», aggiunge il presidente. Reperti preziosi, che sono stati successivamente raccolti in un museo, collocato nello stesso comune di Condofuri. Si tratta del Museo della Vallata dell’Amendolea che sorge in un'area di particolare pregio paesaggistico, nelle vicinanze del castello dei Ruffo di Calabria, all’interno di una ex scuola elementare adeguatamente ristrutturata. Un museo che oggi accoglie e dà lustro agli importanti beni storici rinvenuti sul territorio, grazie all’inestimabile impegno di associazioni, come il gruppo archeologico Valle dell’Amendolea, desiderose di render noto, e accessibile alla comunità, il considerevole patrimonio archeologico del comune e dell’intera vallata.

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