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di Asmara Bassetti
22 ottobre 2023
14:58

Alla scoperta di Morano Calabro: un viaggio tra natura e storia in uno dei borghi più belli d’Italia

Dal castello Normanno Svevo, alla chiesa di San Bernardino, al Museo Naturalistico, all’accoglienza diffusa grazie alle casette ristrutturate, il centro cosentino è un paese tutto da scoprire

Destinazioni

Natura, storia e bellezze naturali si mescolano a Morano Calabro, piccolo paese a circa 700 metri di altitudine che si affaccia sul versante calabrese del monte Pollino, nel nord della Calabria. Entrato a far parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia, Morano si presenta con tante casette di pietra l’una di fianco all’altra, che lasciano spazio alle vie le quali si dividono in stretti vicoli e archi, e scalinate scavate nella pietra, ricreando degli scorci veramente particolari.

Dal castello Normanno Svevo, alla chiesa di San Bernardino, al museo, all’accoglienza diffusa grazie alle casette ristrutturate, Morano è un paese tutto da scoprire, tra paesaggi meravigliosi, passeggiate alla scoperta del patrimonio storico e l’ottima gastronomia locale.


Il Castello Normanno Svevo e le chiese

Il castello normanno-svevo esisteva già nel X secolo, ampliato nel 1200 per una maggiore difesa, ora rudere in cima al paese di Morano Calabro, dalla struttura che ricorda quella del Maschio Angioino, a dominare la valle del fiume Coscile. Fu Pietro Antonio Sanseverino a conferirgli l’attuale forma nel XVI secolo, chiamando i migliori architetti napoletani affinché lo rendessero più sfarzoso possibile, per utilizzare il castello come sua dimora estiva. Circondato da un fossato con ponte levatoio, si presentava a tre piani, con sei torrioni cilindrici e grandi stanze divise in più appartamenti. Nel 1806 fu bombardato per mano dei francesi, iniziando un declino che lo avrebbe portato a diventare un rudere. Alcuni tratti delle facciate sono stati però recuperati da recenti ristrutturazioni, come anche alcune stanze e due torrioni. 

Continuando il cammino verso il basso del paese, si incontra la chiesa di San Pietro e Paolo, costruita nell’anno 1000, che presenta al suo interno uno stile tardo-barocco, la più antica chiesa di Morano. Suddivisa in tre navate, il suo campanile è invece di epoca medievale. Proseguendo il vostro giro tra i vicoli troverete altri edifici religiosi di importante bellezza, come la chiesa di San Nicola di Bari e la chiesa e il Monastero di Bernardino da Siena. Quest’ultimo rappresenta uno degli esempi più importanti di architettura francescana in Calabria. Sulla facciata si fanno strada due portali in pietra gialla in stile tardo-gotico, anche se non manca lo stile moderato degli ambienti francescani grazie all'uso dei materiali a vista. Al suo interno si possono trovare importanti opere d’arte: il soffitto ligneo a carena di nave, unico nella nostra regione, e il Polittico di Bartolomeo Vivarini, dipinto a Murano nel 1477. 

Il museo Naturalistico 

Unico nel suo genere in Calabria, il museo naturalistico diffuso il Nibbio è stato creato nel 1998, con scopo di valorizzare il centro storico e la sua identità, grazie al recupero di vecchie case, che sono diventate luoghi da vivere e nei quali ritrovare un pezzo di memoria di Morano Calabro. Fa parte del progetto il Museo Naturalistico, dove si trovano varie sezioni monotematiche nelle quali si possono vedere collezioni di varie specie di animali e non solo: dai mammiferi agli uccelli, agli insetti, e ancora minerali e fossili, che raccontano la fauna, la flora, la geologia e la paleontologia del Pollino in relazione agli ecosistemi di altre aree del mondo.

La ricchezza della biodiversità presente in questa zona è raccontata attraverso veri animali, ritrovati senza vita e trasformati in reperti naturali, che in questo modo possono dare una chiara narrazione sul proprio comportamento nell’habitat naturale in cui nascono. Nel percorso di visita vi accompagnerà Nicola Bloise, ideatore e creatore del progetto, che da buon sognatore, molti anni fa ha deciso di lasciare il suo lavoro fisso per ritornare a Morano Calabro, con il sogno di recuperare vecchie case e far rivivere il borgo con vari progetti che lo coinvolgessero in più ambiti.

L’ospitalità diffusa

Dello stesso progetto fanno parte le casette dell’ospitalità diffusa, che dopo essere state acquistate e restaurate, hanno dato vita ad un disegno di riqualificazione del centro storico, nella zona vicina al castello. Ogni casa è caratterizzata da una tematica e da un nome connesso allo stile che vi si può trovare dentro. Soffitta delle ginestre, casa del musicista, rifugio del viandante, casa dell’artista o ancora la torretta del poeta, sono tra i nomi che si trovano scritti vicino alle porte delle casette pronte ad accogliere viaggiatori e persone che ancora sanno stupirsi davanti alla bellezza racchiusa nei piccoli borghi e nelle piccole cose.

L’affaccio sulle cime del Pollino non può che rendere ancora più piacevole la permanenza a Morano Calabro, dove ci si può godere una vita più lenta e genuina rispetto a quella frenetica che siamo abituati ormai nostro malgrado a vivere. Oggetti recuperati e restaurati costituiscono gli arredamenti delle abitazioni, realizzati seguendo il filo conduttore del riuso, che riprendono nuova vita grazie all’artigianalità, con il risultato anche di un minore impatto ambientale. 

Gastronomia

Anche la gastronomia riveste uno spazio importante a Morano Calabro, da provare anche in alcuni degli spazi nei pressi del castello svevo, per godere di una suggestiva vista mentre si gustano i piatti tipici del luogo, con sfondo del Pollino e circondati dalle antiche mura. Un connubio tra buon cibo, natura e storia che fa bene al palato, ma anche alla vista.

Una delle pietanze tipiche del territorio è rappresentata dai primi piatti fatti in casa: lagane, tagliolini, gnocchi, e i tipici cavateddri, una specie di piccoli gnocchetti cavi, e i riscateddri, maccheroni da mangiare con il sugo di salsiccia. Piatto tipico per antonomasia è invece lo stoccafisso con patate. Sul territorio si producono inoltre un ottimo olio d’oliva, e diversi tipi di formaggi lavorati artigianalmente fatti con latte di pecora locale, che vanno dal caciocavallo al pecorino, fino alla mozzarella, la treccia e la ricotta. Un formaggio tipico del luogo è la felciata, da consumare fresco appena fatto, viene presentato sulla tavola avvolto nelle foglie di felce. 

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