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di Francesco Graziano
26 febbraio 2024
12:00

Guardia Piemontese e la sua Porta del Sangue, viaggio alla scoperta della comunità occitana incastonata nel Cosentino

Il paese si presenta oggi agli occhi dei visitatori con una serie di case basse e una ragnatela di vicoli che rendono il paese ancor più suggestivo e particolare. La storia di un luogo popolato sin dal XII secolo

Destinazioni

Già nel nome trattiene una traccia della sua singolarità: Guardia Piemontese è un'isola linguistica occitana incastonata nella provincia di Cosenza. Popolata sin dal XII secolo da una colonia di profughi di religione valdese che lasciarono la Val d’Angrogna, in provincia di Torino, la comunità si presenta oggi agli occhi dei visitatori con una serie di case basse e una ragnatela di vicoli che rendono il paese ancor più suggestivo e particolare. Nel corso degli anni al piccolo centro del Cosentino sono stati assegnati diversi nomi, tra questi Casale di Fuscaldo, Guardia Fiscalda, Guardia dei Valdi e Guardia Lombarda fino ad arrivare in tempi più recenti all'attuale denominazione.

A causa delle persecuzioni religiose subite nei propri territori di origine, la popolazione valdese si trasferì in parte in Calabria per dare un riparo sicuro alla propria esistenza e concedersi un futuro migliore. È con queste speranze che venne così popolato il borgo di Guardia


Uno dei luoghi maggiormente identificativi della comunità e della sua storia è rappresentato dalla "Porta del sangue", un arco sorretto da due colonne in tufo e dai resti delle vecchie mura di cinta. Il monumento, che dà accesso alla parte antica del paese, è strettamente legato alle vicende tragiche dei profughi di origine valdese e alle persecuzioni di cui sono stati vittima. A seguito della Riforma protestante, anche in Calabria i valdesi cominciarono a predicare liberamente. Nello specifico, a Guardia, nota è la figura di Gianluigi Pascale che, con l'inizio di una cruenta repressione, venne arso vivo a Castel Sant’Angelo nel 1560. Il borgo di Guardia non venne assolutamente risparmiato dalla tremenda oppressione e nel 1561 uomini, donne, giovani ed anziani furono barbaramente uccisi. Si calcola che in soli undici giorni persero la vita duemila persone. Il sangue delle vittime attraversò le vie della cittadina, passando proprio sotto quella Porta che dal 5 giugno del 1561 venne battezzata come "Porta del sangue". I superstiti furono costretti a convertirsi al cattolicesimo. 

Chiamata anche lingua provenzale alpina, l'occitano è una lingua galloromanza diffusa in una zona del Sud-Europa conosciuta come Occitania. La sua influenza è tuttora percepita nella parlata locale di Guardia Piemontese

Per una conoscenza più approfondita della storia del borgo è possibile visitare il Museo Valdese ed il Museo multimediale occitano

Il paese, oltre che per le sue origini e le sue tradizioni, è conosciuto anche per le sue bellezze naturali. Non va dimenticato che lo sviluppo turistico del paese è strettamente connesso alla nascita delle Terme Luigiane, punto di riferimento importante per l'intera regione. Lungo la Riviera dei cedri, sorge invece la frazione marina di Guardia Piemontese, meta di molti turisti soprattutto nel periodo estivo. 

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