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di Vincenzo Caricari
23 aprile 2023
09:00

Alla scoperta del Parco dei Tauriani di Palmi: un viaggio tra natura e storia

VIDEO | Sorge dove si trovava anticamente la città brettia di Taurania, un’area verde di rara bellezza con affaccio sul mare dal quale è possibile vedere l'arcipelago delle isole Eolie e la costa nord-orientale della Sicilia

Un viaggio tra natura, costruzioni di una società avanzata, e testimonianze di un popolo ancora più antico dei greci. Troverete tutto questo entrando al Parco dei Tauriani, un unicum che testimonia la presenza in Calabria di un popolo antichissimo, i Tauriani.

Il Parco sorge dove si trovava anticamente la città brettia di Taurania, nel territorio di Palmi, ed è un’area verde di rara bellezza con affaccio sul mare, dal quale, con condizioni metereologiche favorevoli, è possibile vedere l'arcipelago delle isole Eolie, e la costa nord-orientale della Sicilia.


Ci accompagnerà alla sua scoperta Domenico Bagalà, coordinatore del parco, per mostrarci la strada romana che portava al teatro, un edificio per spettacoli che poteva contenere circa 3mila persone, sculture in marmo bianco, e dove oltre ad una presenza italica, si trovano ancora i resti della presenza paleocristiana. Presenza che possiamo vedere grazie ad una cripta, quella di San Fantino, di 7 metri di profondità, che parla delle origini del cristianesimo.

Inoltre qui si può ammirare la casa del mosaico, chiamata così poiché fu ritrovato un mosaico figurato che, insieme a un letto di bronzo decorato in argento e pietre preziose, abbelliva quella che era probabilmente la sala da banchetto. Il mosaico rappresenta una scena di caccia con due cavalieri ed un portatore di lance che si dispongono ai lati di un orso, ferito. La scena, su cui primeggia un grande albero, vede anche la presenza di un cane, un felino e un cinghiale. L’opera è attualmente custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Popolo avanzato dal punto di vista sociale e culturale, dai ruderi sembra proprio che i Tauriani abbiano inventato il corridoio, concedendo quella privacy che fino al medioevo era sempre mancata a causa del collegamento diretto che le stanze avevano l’una con l’altra.

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