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di Asmara Bassetti
18 novembre 2023
11:35

San Benedetto Ullano, con le “Porte narranti” viaggio nell’arte, nelle tradizioni e nella cultura arbëreshë

L'iniziativa mira a rivitalizzare il centro storico anche in chiave turistica. Il filo conduttore delle opere sono le gesta e i personaggi legati ad antiche storie albanesi

Destinazioni

Un viaggio in cui protagonista è l’arte, per scoprire tradizioni e culture di un piccolo paese di origine arbëreshë in cui tutelare il proprio patrimonio diventa un atto d’amore. A San Benedetto Ullano, nell’entroterra cosentino, troviamo il progetto Porte Narranti: qui i vecchi portoni delle case del centro storico diventano tele sulle quali raccontare attraverso l’arte una tradizione che dura da cinque secoli, di gesta eroiche e di resistenza, di guerrieri e del popolo albanese, in cui l’arte stessa si mescola con il presente senza mai dimenticare il passato.

Il progetto Porte Narranti

Ci troviamo a 460 metri di altezza sul livello del mare, a San Benedetto Ullano, nel cosentino, piccolo paese di circa 1400 abitanti di origine albanese, dove ancora tra i vicoli risuonano inconfondibili l’accento e la lingua arbëreshë, ereditata dagli antenati che nei vari esodi arrivarono dall’Albania e dalla Grecia in Calabria.


Qui, ai piedi del colle Sant’Elia, le porte antiche del centro storico si sono prestate a fare da tele bianche sulle quali dipingere e parlare di una storia lunga secoli dando vita al progetto di museo diffuso Porte Narranti. Missione del progetto, collocato nella frazione Marri, la zona più antica del paese, è quello di tutelare il patrimonio identitario, salvaguardando il centro storico e favorendo lo sviluppo turistico.

Per questo vari artisti hanno preso parte al progetto, dando al centro storico la possibilità di raccontare attraverso l’arte e i colori la storia di un passato importante ben radicato nella comunità.

Momenti di vita quotidiana, leggende, castelli, nobildonne e guerrieri albanesi: le porte di San Benedetto Ullano raccontano di luoghi e di storie da sempre legati al popolo arbëreshë.. Ognuna con uno stile diverso, in base all’artista che ha deciso di farne un’opera d’arte. 

E lungo il percorso, ad avere un ruolo altrettanto importante è la narrazione: di fianco ad ogni porta dipinta, infatti, si trova anche un pannello che racconta con il testo quello che l’arte fa con i pennelli e i colori, in modo da rendere più completo il viaggio alla scoperta del popolo di origini albanesi.

Storie e leggende raccontate dalle porte 

Da fiabe e leggende tradizionali di origine albanese, alle immagini dei nobili che hanno abitato su queste terre, a cavalieri e nobildonne, sono numerose le immagini il cui filo conduttore sono le gesta e i personaggi legati ad antiche storie di Albania.

Tra queste la fiaba del gallo e del topo, e leggenda di Jurendina e Kostantini, antica ballata nota in tutto il mondo balcanico in cui si sottolinea il valore della besa, la parola data, da rispettare ad ogni costo. L’immagine di Dragone II d’Altavilla, signore di Ollano, com’era chiamato un tempo il feudo, l’antico castello, e ancora Rocca la normanna, signora del castello a metà dell’anno 1000.

Particolare importanza è data alle origini del borgo, grazie al dipinto di Teodoro Mussacchio, il primo albanese arrivato a San Benedetto nel 1446, e a quello che rappresenta il monachesimo italo-greco, diffusosi tra il IX e il X secolo, che portò nel meridione numerosi monaci bizantini. Dall’aspetto tipicamente bizantino, tra simboli e colori sgargianti, il cui rito è ancora praticato, sono San Giuseppe, San Rocco, San Benedetto da Norcia, e la Madonna del Buon Consiglio, patrona del popolo italo-albanese. Senza dimenticare ovviamente quello dedicato a Giorgio Castriota, chiamato Scanderbeg dai turchi, l’eroico difensore dell’indipendenza albanese contro l’invasione ottomana nel XV secolo, cavaliere che ha rafforzato l’identità culturale albanese, diventando simbolo dell’unità nazionale. 

Il festival Porte Narranti arrivato alla quarta edizione

Il progetto di innovazione culturale, nato nel 2019 e fortemente voluto dall’amministrazione comunale, ha dato vita ad una estemporanea di pittura, che quest’anno, arrivata alla sua quarta edizione, è diventata festival. Alla pittura sono state affiancate anche la musica, la storia, il teatro, l’artigianato e l’enogastronomia, sottolineando l’obiettivo di recuperare gli spazi abbandonati del paese dalla forte identità. Numerosi artisti vengono chiamati a riprodurre secondo la loro arte e il loro personale stile un tema differente selezionato tra un episodio storico, culturale, una leggenda o la biografia di un personaggio importante, appartenente alla cultura italo-albanese di San Benedetto Ullano. Quest’anno a colorare i vicoli del paese sono stati gli artisti Carmelita Caruso, Gregorio Procopio, Francesco Scorza e Paolo Viscardi. Tre giorni in cui si alternano incontri, convegni, e percorsi lungo i quali riscoprire la storia del popolo arbëreshë. Durante l’ultima edizione svolta ad agosto 2023, i visitatori hanno assistito all’esecuzione dei Vjershe, serenate d’amore tradizionali cantati alla finestra della propria amata, mentre il gruppo Ullania si è esibito in un repertorio di canti e danze tradizionali. Arricchiscono l’evento spettacoli teatrali e racconti di cantastorie, con la rievocazione storica del paese e mostre dedicate all’Arberia. E per scoprire la bellezza tra le vie del paese, vengono organizzate visite guidate lungo il percorso delle Porte Narranti, che continuano a stupire e raccontare storie ed aneddoti di una cultura che rimane ben ancorata alle sue antiche origini.

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