Crisi call center, i sindacati chiedono un tavolo nazionale: «Pronti a protestare»

A Lamezia Terme i vertici del sindacato Uil e Uilcom hanno sviscerato le motivazioni della crisi del comparto ed elaborato le loro richieste per il governo e la nuova giunta regionale

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di T. B.
17 febbraio 2020
16:33

Un tavolo nazionale per affrontare di petto la questione altrimenti si passerà a forme di protesta importanti. La Uil fa quadrato e prende di punta la crisi del settore call center in Calabria.

L'incontro a Lamezia Terme

Oggi a Lamezia Terme in conferenza stampa i vertici del sindacato Salvo Ugliarolo, segretario nazionale Uilcom Santo Biondo, segretario generale Uil Calabria e Fabio Guerriero, segretario generale Uilcom Calabria hanno sviscerato il tema a partire dai due binari sui quali viaggia il ridimensionamento dell’occupazione in questo ramo: la delocalizzazione e la concorrenza sleale sul costo del lavoro.


 

Durante l’incontro il sindacato ha chiesto interventi di regolazione organici non più rinviabili, tali da agevolare un processo che favorisca e coniughi tra loro un necessario consolidamento delle imprese con condizioni di lavoro che siano rispettose di quanto previsto dal contratto nazionale e più i generale della dignità delle persone. Per la Uil è prioritaria l’apertura di un tavolo di confronto nazionale, da allargare al neo governo regionale, per affrontare le problematiche in maniera strutturale, altrimenti preannuncia una massiccia mobilitazione.

La crisi dei call center


«La crisi del settore dei call center deve essere una priorità per il nuovo governo regionale – ha affermato Guerriero - Alla governatrice Santelli presenteremo una proposta per risollevare le sorti della Calabria in questo ambito. Parliamo di un problema che interessa oltre sei mila lavoratori, un forte impatto a causa di una crisi senza precedenti ha interessato circa tre mila lavoratori dell’azienda Abramo. Siamo impegnati con il segretario nazionale per intervenire su Telecom e garantire le condizioni minime di lavoro questa terra. Siamo molto attenti, e lo dimostriamo con la presenza del segretario Ugliarolo».

L'impegno dei sindacati


«Stiamo svolgendo un lavoro molto delicato e difficile nell’ambito di questo settore che deve necessariamente essere normato sia dal punto di vista dei diritti che dei salari – ha affermato il segretario generale Uil Calabria, Santo Biondo -. Accanto al Piano per il Sud, di cui si sta occupando questo Governo nazionale, che prevede importanti investimenti infrastrutturali si devono coniugare almeno altri due aspetti: prima di tutto un ragionamento sull’autonomia differenziata, che nei territori punti al raggiungimento di traguardi essenziali delle prestazioni per quanto riguarda i diritti civili e sociali sarebbe azzoppato».

 


«Il secondo aspetto - ha aggiunto - riguarda la messa in campo di una politica industriale che guardi ai settori strategici come il settore dei call center. Quello dei call center, infatti, rappresenta una parte importante del mercato del lavoro in Calabria che interessa in particolare giovani e donne, parliamo di circa il 70 per cento della forza lavoro. Si tratta di un settore che non può essere trascurato ma su cui, anzi, è necessario investire. Per questo chiediamo un tavolo nazionale che approfondisca le criticità, così come al nuovo governo regionale chiediamo di avviare al più presto un ragionamento per sviluppare una strategia complessiva. Siamo pronti ad aprire un confronto, chiedendo attenzione: qualora non fossimo adeguatamente presi in considerazione con proposte adeguate siamo pronti a scendere in campo».

 

Il precariato al Sud 


«Quello che era nato come opportunità di lavoro temporaneo, è diventato unica fonte di sostentamento, soprattutto al Sud: il settore dei call center occupa circa 80 mila persone a livello nazionale, e combatte con una serie di assenze di regole che hanno spinto verso uno stato di crisi preoccupante – ha concluso il segretario nazionale Uilcom Ugliarolo -. A farne le spese le migliaia di lavoratori, molto spesso precari, vittime di un sistema segnato dall’assenza regole nella gestione degli appalti, che arranca a causa della rivisitazione digitale e soprattutto per la delocalizzazione all’estero, generando veri e propri drammi occupazionali».

Questo è il dato da cui partire «quando lanciamo l’allarme: le problematiche relative al settore potrebbero implodere lasciando per strada centinaia di migliaia di lavoratori, partendo proprio dalla realtà calabrese dove ci sono grandi aziende del settore. La Uilcom, quindi, si rivolge in particolar modo al Governo nazionale in modo da sensibilizzare il mondo politico che purtroppo spesso continua ad essere inesistente davanti alle criticità drammatiche che interessano il settore».

Giornalista
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