Il report

Economia Calabria, timidi segnali di crescita rallentata da pandemia e conseguenze guerra

Pesano i rincari energetici e i prezzi delle materie prime. Occupazione in crescita dell'1,4 percento, 40 milioni le ore di lavoro pagate con le integrazioni salariali previste per le misure di sostegno alle aziende 

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di Danilo Colacino
14 giugno 2022
12:55

Calabria che esce dalla crisi? Una chimera. Parola di Bankitalia che, pur sforzandosi di mettere in evidenza "segni più", come ovvio in chiave positiva, nel suo consueto report annuale sulle regioni e il Paese, quando arriva ad analizzare il territorio calabrese al massimo può parlare di qualche lieve miglioramento, per giunta a metà, rispetto al resto d'Italia. Senza dimenticare che, oltretutto, non sono ancora ben delineati i riverberi della guerra in Ucraina. Che, comunque, fra rincari energetici e dei prezzi delle materie prime un'altra mazzata la daranno. Eccome. E quindi, tornando alla domanda iniziale, è sensato asserire che, a dar retta a certi dati, la risposta sarebbe persino affermativa. Ossia che una fioca luce inizia a scorgersi in fondo al tunnel. Salvo però poi essere sufficiente guardare dentro agli stessi coefficienti, in apparenza confortanti, per capire come si tratti forse di "specchietti per le allodole". 

Basti pensare al fatto che la crescita economica del 5.7%, registrata nel 2021 rispetto all'anno precedente, è dovuta quasi esclusivamente alla fine della morsa del Covid con tanto di lockdown e connesse ricadute sul piano generale. Stesso dicasi per l'occupazione, che nel 2021 è sì aumentata dell'1.4% in rapporto al 2020, ma non solo restando a meno 3.3 dal 2019 quanto facendo segnare una piccola risalita in ragione della contrazione della domanda. Da registrare inoltre i 40 milioni di ore di lavoro pagate con le integrazioni salariali previste nell'ambito delle misure di sostegno alle aziende danneggiate dalla pandemia. Comunque sia tra le buone notizie, per così dire, va annoverato anche il boom dei mutui abitativi. Questi sì in crescita del 20.6%, riguardo addirittura al 2019, con una richiesta complessiva di circa 450 milioni di euro agli istituti di credito, di cui 20 milioni da parte di giovani. Elemento che dimostra, sebbene a fronte di un indebitamento di gran lunga maggiore del passato dei privati, una forte ripresa di un mercato, appunto quello della compravendita delle abitazioni, da patecchi anni in netta flessione. 


Fra le curiosità in merito, anche l'oltre 90% di richiesta di prestiti a tasso fisso e la marcata tendenza per la scelta di case autonome, e con attigui spazi all'aperto, a fronte dei "classici" appartamenti. Crescita (+3.7%) anche dei crediti al consumo a fronte tuttavia del più 7.2 che si riscontrava nel 2019. E qualche spiraglio di ripresa si intravede pure nel settore turistico, che però "viaggia" ancora al 60% in confronto al periodo prepandemico con un letterale crollo degli afflussi dall'estero pari a un eclatante meno 70%. Al di là di ogni altra considerazione, a presentare numeri e percentuali sono stati, poche ore fa nella sede centrale calabrese della banca di Stato a Catanzaro, il direttore Sergio Magarelli (che lo ha fatto per il settimo e ultimo anno, considerato come tea poco andrà via) e il team di esperti di Bankitalia formato da Giuseppe Albanese, Antonio Covelli, Iconio Garrì, Enza Maltese e Graziella Mendicin

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