Fincalabra, chiesto il processo per De Rose

In quattro seguiranno la normale udienza preliminare, mentre altri quattro andranno all'abbreviato. La decisione del gup è prevista il 16 aprile
di Gabriella Passariello
19 febbraio 2015
15:32

Catanzaro Personale reclutato violando l'iter delle procedure selettive, valutazione dei curricula sospetti, candidati assunti in base a percorsi risultati non coerenti. Il pm Paolo Petrolo ha ribadito oggi davanti al gup Assunta Maiore la richiesta di mandare a processo otto persone coinvolte nell'ambito dell'inchiesta Fincalabra. Si tratta di Umberto De Rose, presidente della società in House della Regione Calabria, nei cui confronti si ipotizzano i reati di minaccia a carico di dirigenti e abuso di ufficio, mentre ai membri del cda di Fincalabra e ai membri della commissione esaminatrice: Sergio Campone 63 anni, Giuseppe Frisini 44 anni, Vincenzo Ruberto 48 anni, Antonio Idone 63 anni, Leonardo Molinari 43 anni, Giuseppe Lelio Petronio 77 anni e Flavio Talarico 49 anni ai quali è contestato solo l'abuso di ufficio.  Quattro di loro, Frisini, Idone, Ruberto e Lelio, hanno poi chiesto e ottenuto l'abbreviato, che verranno discussi il 16 aprile, giorno in cui verrà decisa anche la posizione di coloro che seguiranno la normale udienza preliminare, De Rose compreso. L'inchiesta su Fincalabra è scattata in seguito all'esposto del presidente della Commissione di vigilanza e controllo Aurelio Chizzoniti, che chiedeva alla Procura di verificare se Fincalabra  aveva provveduto al reclutamento del personale e al conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi di trasparenza e imparzialità e se vi fosse stato il corretto iter delle procedure selettive, accertando che in quei bandi selettivi sarebbero stati esclusi candidati che avevano diritto di entrare in graduatoria a tutto vantaggio di coloro che in qualche modo e non in base ai meriti, sarebbero stati ripescati senza possedere i requisiti richiesti. Le indagini della Guardia di finanza poi si allargò a macchia d'olio e la Procura del capoluogo acquisì dalla magistratura cosentina la registrazione della telefonata chock tra l'editore Alfredo Citrigno e lo stampatore dell'Ora De Rose, in cui quest'ultimo con l'ormai proverbiale "dicci a stu regulu ma caccia sta cazz'i notizia", "consigliava" all'editore di non far pubblicare una notizia scomoda sul figlio del senatore Gentile, Andrea, riguardante l'Asp di Cosenza.  Notizia che uscì un giorno dopo, per un "provvidenziale" blocco alla rotativa avvenuto il 19 febbraio scorso. La Procura cosentina aveva iscritto nel registro degli indagati sia De Rose  che Andrea Gentile per violenza privata, il primo è finito sotto  processo, la posizione del secondo invece è stata archiviata.

Gabriella Passariello

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