Dibattito e riflessione

Forum del Mezzogiorno a Cosenza, così il Sud rischia di perdere il treno del Pnrr

VIDEO | Dal Mezzogiorno anche la migliore formazione accademica. Ma senza un tessuto socio-economico robusto i giovani cervelli sono costretti alla fuga

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di Salvatore Bruno
21 maggio 2023
12:07

«Attraverso il Pnrr l'Europa ci ha dato un treno con dei vagoni carichi di denari. Noi però non abbiamo costruito la strada ferrata su cui questo treno deve correre». La similitudine utilizzata da Roberto Occhiuto nel suo intervento in videoconferenza ai lavori della seconda e ultima giornata del Forum del Mezzogiorno della Camera di Commercio di Cosenza, focalizza il vizio di forma, il peccato originale commesso nel regolamentare le modalità di impiego delle risorse, tante risorse, del Piano di Ripresa e Resilienza assegnate all'Italia per il rilancio socio-economico del Paese nella fase del post-Covid, con maggiori disponibilità dislocate al Sud per specifici interventi necessari ad attenuare il divario esistente con le regioni del Nord ed il resto dell'Europa.


Amministrazioni sguarnite

Risorse destinate ai comuni dove però, negli ultimi dieci anni, si è perso mediamente il 28 percento degli impiegati con punte di oltre il 40 percento proprio nelle amministrazioni meridionali. Senza personale e con i conti spesso in rosso, tanto da essere in numerosi casi gravati da procedure di dissesto o predissesto, nei municipi si fatica a gestire la progettazione degli interventi e le procedure di appalto e rendicontazione. Rischiando così di perdere i finanziamenti assegnati e con essi, una opportunità probabilmente irripetibile.

Problematica consolidata

D'altra parte, l'Italia ha sempre accusato anche in condizioni di normalità, gravi difficoltà nella progressione ed efficacia della spesa pubblica. «Quando mi sono insediato – ha ribadito Roberto Occhiuto – ho trovato della vecchia programmazione 2014-2020, un miliardo di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione e un miliardo di euro a valere sul Por, non utilizzati ed in prevalenza neppure impegnati. Mettere a terra le risorse però è un problema trasversale comune a tutte le istituzioni, ministeri compresi. Per questo ritengo sia stato commesso un errore nel richiedere all'Europa così tante risorse senza procedere contestualmente ad una profonda riforma organizzativa delle procedure di spesa. Assegnando buona parte dei fondi Pnrr ai comuni di fatto abbiamo messo in moto migliaia di stazioni appaltanti che non sono nelle condizioni di arrivare in fondo all'iter burocratico».

Il monito di Fedriga

Politiche di sviluppo, livelli essenziali delle prestazioni e autonomie differenziate il tema della tavola rotonda alla quale Occhiuto è intervenuto a distanza e che, poco prima aveva registrato un contributo, anche questo in videoconferenza, di Massimiliano Fedriga, presidente della regione autonoma del Friuli Venezia Giulia e pure della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: «Se il Pnrr fosse stato impostato in maniera più lineare attribuendo allo Stato la responsabilità degli interventi strategici ed alle regioni quello degli obiettivi da raggiungere, avremmo cambiato la storia – ha sostenuto - Perché avremmo potuto attivare politiche d'area vasta sotto il controllo del potere centrale. Invece le regioni sono state bypassate e neppure conoscono lo stato di avanzamento delle opere progettate dai comuni, né possiamo aiutare i comuni nelle procedure a meno che non ci venga richiesto un ausilio». La sessione ha registrato inoltre l'intervento di altri autorevoli relatori, tra cui il presidente Svimez Adriano Giannola, il presidente Aran Antonio Naddeo, il presidente delle sezioni riunite della Corte dei Conti Carlo Chiappinelli e Tiziana Frittelli, Presidente nazionale di Federsanità. A trarre le conclusioni il Sottosegretario agli Esteri Maria Tripodi.

Cervelli in fuga

Nella mattinata il Forum del Mezzogiorno aveva approfondito un altro tema di stretta attualità, quello demografico e della migrazione professionale. Salvatore Cuzzocrea, presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, dati alla mano, aveva descritto la formazione accademica erogata negli atenei del Sud come di straordinaria qualità tanto da essere essa stessa tra le cause del processo di migrazione dei tanti giovani cervelli chiamati nel resto del Paese e pure all'estero a lavorare, proprio per l'alto livello delle competenze acquisite. Al dibattito, moderato da Angelo Buscema, giudice della Corte Costituzionale, sono intervenuti tra gli altri, il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli, il presidente di Anac Giuseppe Busia e Delfina Licata responsabile del settore studi emigrazione della Fondazione Migrantes.

L'anello mancante

L'impiego delle risorse europee e del Pnrr per il consolidamento di un tessuto imprenditoriale capace di trattenere al Sud i giovani laureati è uno degli obiettivi più sfidanti delle misure di sostegno allo sviluppo stanziate dall'Europa: «L'anello mancante è la capacità di mettere a sistema il patrimonio culturale, sociale, turistico, imprenditoriale di cui gode il Mezzogiorno e, naturalmente, la Calabria – ha detto Giuseppe Tripoli – Non tutti gli ambiti possono avere lo stesso passo, però chi è più avanti deve tirare gli altri. Questo passaggio è fondamentale per realizzare una sinergia tra tutti gli attori del contesto territoriale. Le camere di commercio ci sono ma la politica deve fare la sua parte perché le scelte relative al Pnrr, alla riforma della pubblica amministrazione e anche del codice degli appalti, sono in capo alla politica. E la semplificazione insieme al rafforzamento dei contingenti del personale degli enti locali sono passaggi obbligati per non pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr».

Giornalista
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