LA CALABRIA E’ SEMPRE PIU’ POVERA. QUASI UN CALABRESE SU DUE NON ARRIVA A FINE MESE

A dirlo è l’Istituto Europeo di Statistica. Il dato sfonda il 44%. Peggio della nostra regione solo la Sicilia. A soffrire di più sono i giovani under 35. Stanno meglio gli over 65
27 agosto 2014
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VIBO VALENTIA - La fotografia scattata dall’Istituto Europeo di Statistica, è impietosa. Il rischio povertà nel nostro Bel Paese è altissimo e l’Italia, purtroppo, è fra i Paesi europei che, nel quinquennio 2009-2013, hanno subito la peggiore regressione dal punto di vista della stabilità socio-economica. Nel 2013 le persone a rischio di esclusione sociale hanno raggiunto il 28,4%: più di una persona su quattro è a rischio povertà. Dato che aumenta in modo esponenziale al Sud. Il divario con il Nord ed il Centro è netto, la spaccatura evidente. Nelle regioni del Nord Italia (a eccezione della Liguria, giunta al 24,5%) la percentuale a rischio povertà è al di sotto del 20%. Addirittura in Alto Adige la situazione è addirittura migliorata rispetto al 2009 facendo registrare solo il 12,3% . Nel Centro Italia la Toscana è l’unica regione a rimanere al di sotto del 20%, mentre sia il Lazio (26,6%) che l’Abruzzo (26,2%) superano addirittura la soglia del 26%. Dalle regioni del Centro, tendenzialmente assestate al di sotto del 30% a quelle del Sud della Penisola il balzo è notevole: Molise (44,8%), Puglia (43,3%) e Calabria (44,90%) superano ampiamente il 40%, mentre in Campania (49%) e Basilicata (49,2%) è a rischio povertà quasi la metà della popolazione. Per quanto riguarda le isole, mentre la Sardegna registra un tasso del 31,7%, la Sicilia è, di gran lunga, “maglia nera” nazionale con il 55,3%. In Calabria, come nelle alte regioni ad alto rischio povertà, a soffrire maggiormente sono i giovani under 35, tra quelli in cerca del primo lavoro e chi un lavoro lo aveva ed ora non ce l’ha più. E mentre lasituazione per i giovani è peggiorata tantissimo, gli over 65 fanno registrare addirittura un calo dell’indice di povertà. Il dato viene confermato anche dalla Banca d’Italia, secondo la quale gli unici redditi relativi in crescita sono quelli degli over 55. Se si analizza la situazione dei giovani di età compresa fra i 19 e i 34 anni, si scopre che, dal 1991, la ricchezza relativa (la quota-parte proporzionale di ciascuno nella ricchezza generale) dei giovani è diminuita del 76%, mentre quella degli over 65 è aumentata del 50%. (ab)

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