Il report

Nel 2023 l’export delle regioni italiane ha registrato gli incrementi più alti in Campania e Calabria che però resta ferma allo 0,1% del totale

La correzione Istat conferma che per la nostra regione i settori più vitali in termini di esportazioni sono agricoltura, alimentare, tessile e chimica

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di Massimo Tigani Sava
12 aprile 2024
18:01

Nel 2023 sono state Campania e Calabria, con incrementi rispettivamente del 29,2% e del 22,7%, le regioni d’Italia che hanno ottenuto le maggiori performance nell’export. Un segnale molto positivo che rientra nella più complessiva congiuntura economica di un Sud che, con un considerevole +16,9%, ha trainato l’anno scorso le esportazioni nazionali, mentre il Nord-Est (-0,8%), il Centro (-3,1%) e le Isole (-19,2) sono stati caratterizzati dal segno meno. In positivo, assieme al Mezzogiorno, soltanto il Nord-Ovest (+2,4%). Quelli appena descritti sono i numeri aggiornati dell’Istat, a seguito dell’introduzione di innovazioni nelle procedure di invio dei dati doganali (scambi extra Ue) da parte degli operatori economici. L’Istituto di statistica ha precisato che i valori «del quarto trimestre 2023 hanno registrato alcuni specifici problemi di corretta allocazione delle vendite all’estero secondo la provincia di provenienza della merce».

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Entusiasmo per un Sud che esporta, ma attenzione a non tenere in debito conto le proporzioni. La Calabria, infatti, resta ferma, nel 2023, allo 0,1% dell’export totale italiano, mentre la Campania si sposta dal 2,7 del 2022 al 3,5 dell’anno successivo.


Motore delle esportazioni del Belpaese rimane la Lombardia con il 26,1%, con più di un quarto del valore complessivo Italia. Seguono l’Emilia Romagna (13,6%) e il Veneto (13,1%). Bene anche la Toscana che con un +4,7% passa dall’8,7% del 2022 al 9,1% del 2023. I valori assoluti possono darci un’idea ancora più chiara del fortissimo divario che permane tra Nord e Sud del Paese.

L’Italia nel 2023 ha esportato per 626.204 milioni di euro a fronte dei 626.195 del 2022, segnando una situazione di stazionarietà. Per quanto sia stato il Mezzogiorno, nell’anno che ci siamo lasciati alle spalle, l’area geografica  che ha evitato a tutta l’Italia di proporsi nel 2023 con una percentuale negativa, i dati assoluti ci dimostrano come la locomotiva del Nord rimanga tale e con fortissimo distacco rispetto al Sud.

Dei 626,2 miliardi di export dell’anno scorso, ben 163,57 sono stati garantiti dalla sola Lombardia, 85,47 dall’Emilia Romagna, 81,96 dal Veneto, 63,76 dal Piemonte. Sommando il dato di queste quattro regioni del Nord, otteniamo 394,75 miliardi, pari al 63,04% del totale nazionale. La Calabria con i suoi 879 milioni di export del 2023 è rimasta bloccata al limite, anche psicologico, dello 0,1% del dato nazionale, tanto quanto la piccolissima Valle d’Aosta, metà del Molise (0,2%) e un quinto della Basilicata (0,5%).

Per un termine di paragone con il resto del Sud, basti dire che sia l’Abruzzo si la Puglia sono attestati all’1,6%. Le correzioni apportate dall’Istat hanno però confermato, per la Calabria, segnali incoraggianti sul fronte dei Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+10,8% nel 2023 sul 2022; 0,7% sul totale nazionale); dei Prodotti alimentari, bevande e tabacco (+23,2%; 0,5% sul complessivo nazionale del comparto); e addirittura un +46,1% per i prodotti tessili (0,7% del dato Italia). Infine, a proposito di segnali positivi per la Calabria, non si trascuri il +23,9% per le Sostanze e prodotti chimici, passando dallo 0,4 allo 0,6% in abito nazionale. Una regione ancora “micro” per quanto concerne l’export, ma con settori che stanno marciando nella direzione giusta.

L’Istat riassumendo la situazione delle macroaree del Belpaese, che dà atto dell’intraprendenza del Mezzogiorno, ha sottolineato: «Nel 2023, rispetto all’anno precedente, l’export nazionale in valore risulta stazionario ed è sintesi di dinamiche territoriali molto differenziate: l’aumento delle esportazioni è marcato per il Sud (+16,9%) e più contenuto per il Nord-ovest (+2,4%), mentre si registra una flessione per il Nord-est (-0,8%) e il Centro (-3,1%) e una netta contrazione per le Isole (-19,2%). Nel 2023, l’aumento delle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Campania e Toscana e di autoveicoli da Piemonte e Campania fornisce un impulso positivo (per 1,5 punti percentuali) alle vendite nazionali sui mercati esteri; un ulteriore contributo positivo di 0,9 punti deriva dalle maggiori vendite di macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. All’opposto, la contrazione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna (per 0,7 punti percentuali) e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Marche e Lazio (per 0,6 punti percentuali) contribuisce a frenare l’export nazionale. Nell’intero anno, i contributi positivi maggiori all’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite delle Marche verso la Cina (+392,0%), della Campania verso Svizzera (+99,7%) e Stati Uniti (+54,5%), della Toscana verso gli Stati Uniti (+22,6%) e del Piemonte verso Francia (+15,2%), Germania (+9,3%) e paesi OPEC (+33,8%); quelli negativi più ampi dalle minori esportazioni della Toscana verso la Svizzera (-38,1%), delle Marche verso Belgio (-64,0%), Germania (-39,0%) e Stati Uniti (-29,6%), della Lombardia verso la Germania (-8,4%) e del Lazio verso il Belgio (-23,4%)».

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