La protesta

In Calabria sit-in per ricordare l’operaio morto nel cantiere del Terzo Valico. I sindacati: «La sicurezza non è un optional»

La manifestazione simbolica promossa dai lavoratori del Terzo Megalotto della 106. Il segretario Fillea Cgil, Celebre: «Non è possibile morire mentre con fatica e sudore si cerca di portare il pane a casa»

 

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di Redazione
9 febbraio 2023
13:27
La manifestazione dei lavoratori e il segretario generale Fillea Cgil Calabria Simone Celebre
La manifestazione dei lavoratori e il segretario generale Fillea Cgil Calabria Simone Celebre

Manifestazione simbolica dei lavoratori del Terzo Megalotto della 106 jonica Sibari/Roseto Capo Spulico per omaggiare Salvatore Cucè,  il collega morto nel cantiere del Terzo Valico tra Piemonte e Liguria e accendere i riflettori sul tema delle morti bianche.

«Occorrono provvedimenti normativi fermi che non lascino scappatoie e contribuiscano a costruire un perimetro di certezze per chi lavora con grandi sacrifici personali e non solo nei cantieri». Queste le parole del segretario generale Fillea Cgil Calabria Simone Celebre. Nel giorno della mobilitazione, Celebre spiega che «si tratta di un fermo non solo per ricordare Salvatore Cucè, che era tra l’altro un iscritto Fillea, ma anche tutti coloro che in questi anni hanno perso la vita sul posto di lavoro.  Non è possibile morire mentre con fatica e sudore si cerca di portare il pane a casa».


«Andremo fino in fondo affinché non verrà fatta luce sulle eventuali responsabilità dell’incidente.  È ora di lavorare a pieno regime - continua il segretario generale - e con tutti gli strumenti e i partner a disposizione, per la costruzione di una Cultura della Sicurezza. In Calabria le cifre delle morti bianche sono sempre in aumento rispetto agli anni precedenti, disegnando un quadro disastroso, non degno di una società civile. Ci chiediamo fino a quando ci saranno famiglie costrette a piangere figli, padri, fratelli spesso costretti ad andare fuori per lavorare. La sicurezza sul lavoro non è un optional – ribadisce Celebre - deve essere alla base di ogni cantiere. Invece, spesso ci troviamo a dovere constatare con il sangue che non è così».

«Ogni morte sul lavoro ci parla di famiglie spezzate, di vite interrotte. Qualcosa non va ed è necessario aumentare i controlli - conclude - ma anche lavorare sin dalle scuole sulla nascita e l’irrobustimento, tramite la formazione, di quel nucleo di precetti che non è solo fatto di norme ma anche di etica, deontologia, dignità e rispetto per il lavoratore».

 

 

 

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