Il discorso

Draghi all’Europarlamento: «Italia pronta a impegnarsi per soluzione diplomatica del conflitto in Ucraina»

Il premier nel suo intervento ha esordito con un ricordo all'ex presidente David Sassoli: «Non ha mai smesso di lavorare a quello che definì nel suo ultimo discorso "un nuovo progetto di speranza per un'Europa" che innova, che protegge, che illumina»

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di Redazione
3 maggio 2022
13:45
Draghi all’Europarlamento (foto Epa)
Draghi all’Europarlamento (foto Epa)

«Sono davvero felice di essere qui, nel cuore della democrazia europea. Voglio prima di tutto rendere omaggio alla memoria di David Sassoli, che ha presieduto il Parlamento Europeo in anni difficilissimi. Durante la pandemia, il Parlamento ha continuato a riunirsi, discutere, decidere, a testimonianza della sua vitalità istituzionale e della guida di Sassoli. Sassoli non ha mai smesso di lavorare a quello che definì nel suo ultimo discorso al Consiglio Europeo, "un nuovo progetto di speranza per un'Europa" che innova, che protegge, che illumina». Così il presidente Mario Draghi ha esordito nel suo primo discorso da premier di fronte all'Europarlamento.

 «La guerra in Ucraina - ha detto il presidente del Consiglio - pone l'Unione Europea davanti a una delle più gravi crisi della sua storia. Una crisi che è insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica. L'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia - ha ribadito Draghi - ha rimesso in discussione la più grande conquista dell'Unione Europea: la pace nel nostro continente».


«Una pace basata sul rispetto dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica; sull'utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati. Dobbiamo sostenere l'Ucraina, il suo governo e il suo popolo, come il Presidente Zelensky ha chiesto e continua a chiedere di fare. In una guerra di aggressione non può esistere alcuna equivalenza tra chi invade e chi resiste. L'Italia, come Paese fondatore dell'Unione Europea, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica», ha continuato Draghi.

«La guerra in Ucraina - ha evidenziato in un altro passaggio il premier - ha mostrato la profonda vulnerabilità di molti dei nostri Paesi nei confronti di Mosca. L'Italia è uno degli Stati membri più esposti. Una simile dipendenza energetica è imprudente dal punto di vista economico, e pericolosa dal punto di vista geopolitico. L'Italia intende prendere tutte le decisioni necessarie a difendere la propria sicurezza e quella dell'Europa. Abbiamo appoggiato le sanzioni che l'Ue ha deciso di imporre nei confronti della Russia, anche quelle nel settore energetico. Continueremo a farlo con la stessa convinzione in futuro».

«In Italia, nei primi 4 mesi di quest'anno, il prezzo dell'elettricità è quadruplicato rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso con un impatto durissimo sull'economia. L'Italia, da sola, ha speso circa 30 miliardi di euro quest'anno». Ma «il problema è sistemico e va risolto con soluzioni strutturali, che spezzino il legame tra il prezzo del gas e quello dell'elettricità. Il problema del costo dell'energia sarà al centro del prossimo Consiglio Europeo. C'è bisogno di decisioni forti e immediate».

«Le istituzioni europee che i nostri predecessori hanno costruito negli scorsi decenni hanno servito bene i cittadini europei, ma sono inadeguate per la realtà che ci si manifesta oggi davanti. Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso: dall'economia, all'energia, alla sicurezza. Se ciò richiede l'inizio di un percorso che porterà alla revisione dei Trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia», ha aggiunto il presidente del Consiglio.

«La piena integrazione dei Paesi che manifestano aspirazioni europee - ha detto Draghi - non rappresenta una minaccia per la tenuta del progetto europeo. È parte della sua realizzazione. L'Italia sostiene l'apertura immediata dei negoziati di adesione con l'Albania e con la Macedonia del Nord, in linea con la decisione assunta dal Consiglio Europeo nel marzo 2020. Vogliamo dare nuovo slancio ai negoziati con Serbia e Montenegro, e assicurare la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo. Siamo favorevoli all'ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l'Ucraina nell'UE».

«Se l'Italia è favorevole all'embargo su tutte le energie fossili? Abbiamo appoggiato le sanzioni Ue» e continueremo a farlo anche in futuro. Bisogna però anche darsi da fare per rendersi indipendenti. Noi lo abbiamo fatto e continueremo a farlo», ha detto il premier Mario Draghi al Parlamento Europeo

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