Inizia il semestre bianco, gli ultimi sei mesi al Quirinale di Sergio Mattarella

La Costituzione prevede che sul finire del mandato il capo dello Stato non possa più sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. Si pensa già al post: la scelta del nuovo inquilino del Colle a febbraio

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di Redazione
3 agosto 2021
11:13
Sergio Mattarella
Sergio Mattarella

Inizia da oggi il semestre bianco del presidente della Repubblica, ultimi sei mesi di mandato per Sergio Mattarella. Come prevede l'articolo 88 della Costituzione, il capo dello Stato non potrà più sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. L'attenzione si sposta sui partiti: il timore è che senza più il rischio delle urne, i veti incrociati possano moltiplicarsi e portare addirittura al tentativo di dare vita a un nuovo governo.

Non tutti sono d'accordo però: messa al riparo la riforma della Giustizia, tema profondamente divisivo per l'attuale maggioranza, il largo sostegno di cui gode Mario Draghi e la missione del Recovery plan dovrebbero essere sufficienti a garantire la navigazione, almeno fino al momento in cui le Camere si riuniranno per scegliere il nuovo inquilino al Quirinale.


La finestra delle elezioni potrebbe riaprirsi dopo l'elezione del nuovo presidente della Repubblica, a febbraio del 2022, anche perché non è un mistero che lo stesso Draghi sia un candidato forte per la successione a Mattarella ma c'è chi scommette che le ragioni che lo hanno portato a Palazzo Chigi saranno anche quelle che ne consiglieranno la permanenza alla guida del governo fino alla scadenza della legislatura nel 2023, con l'elezione di un altro inquilino al Quirinale. C'è anche chi già ipotizza che i partiti possano chiedere a Mattarella di dare la disponibilità a farsi rieleggere per un secondo mandato. Ma è tutto ancora prematuro.

La finestra del semestre bianco fu introdotta durante i lavori dell'Assemblea Costituente con l'obiettivo di evitare che il Capo dello Stato usasse il potere di scioglimento del Parlamento per garantirsi la rielezione. E nonostante alcuni tentativi di modificare la Carta introducendo il divieto di "bis", la norma ha resistito nel tempo. Si tratta però di una limitazione che non chiude tutti i margini di manovra a disposizione del presidente della Repubblica: qualora le tensioni nella maggioranza si esacerbassero, Mattarella avrebbe infatti sempre a disposizione l'arma "finale" delle dimissioni anticipate, osserva il deputato Pd e costituzionalista Stefano Ceccanti in un'intervista a Radio radicale. 

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