Per non dimenticare

Sei anni fa il terremoto che diede inizio alla sequenza sismica che sconvolse il Centro Italia: la ricostruzione

Alle 3:36 del 24 agosto del 2016 una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 devasta i Comuni di Amatrice, Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno)

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di Redazione
24 agosto 2022
08:26
Amatrice 2016 (Foto Ansa)
Amatrice 2016 (Foto Ansa)

Alle 3:36 del 24 agosto di sei anni fa una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 devasta i Comuni di Amatrice, Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). È l'inizio di quella che l'Ingv definirà la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso. L'epicentro è tra Accumoli e Arquata del Tronto, due Comuni distanti pochi km tra Lazio e Marche.

Viene praticamente rasa al suolo Pescara del Tronto, frazione di Arquata. Sotto le macerie restano 299 vittime: 237 ad Amatrice, 51 ad Arquata (quasi tutte nella frazione di Pescara) e 11 a Accumoli. È il culmine della stagione turistica, nei territori colpiti si trovano visitatori ed ex residenti tornati nelle seconde case per la stagione estiva.


Ingenti i danni a case, edifici pubblici, imprese, strade, beni culturali non solo nei tre Comuni, ma anche nei centri vicini, e anche in Umbria (la stessa notte viene registrata una scossa di magnitudo 5.4 a Norcia) e Abruzzo. I primi sfollati vengono accolti negli alberghi di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), lungo la costa. Viene stilato un elenco di 62 Comuni compresi nel cratere sismico.

 Il 4 ottobre 2016, a sorpresa, papa Francesco visita le zone colpite: le sue immagini davanti alle rovine di Amatrice e di Pescara del Tronto fanno il giro del mondo.

Il 26 ottobre 2016 due scosse con epicentro tra i Comuni di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera (Macerata), devastano l'area dell'Appennino umbro-marchigiano: la prima alle 19:11 con magnitudo 5.4 e la seconda alle 21:18 con magnitudo 5.9. Ci sono danni e crolli anche nelle località circostanti. A Camerino un campanile si abbatte su una casa: al momento del crollo non c'è nessuno, gli occupanti erano usciti dopo la prima scossa.

Il 30 ottobre 2016 alle 7:40 una scossa di magnitudo 6.5, la più forte registrata in Italia dopo il terremoto in Irpinia, con epicentro tra Norcia, Preci (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata), fa crollare la basilica di San Benedetto a Norcia, distrugge la frazione di Castelluccio di Norcia e fa peggiorare i danni segnalati in tutta l'area sino ad Arquata del Tronto e Amatrice. Inagibili gli ospedali di Tolentino (Macerata) e Amandola (Fermo). Il movimento tellurico viene avvertito in tutta Italia, fino in Austria e lungo la costa balcanica. Non ci sono vittime, ma il numero dei Comuni danneggiati sale a 131, il cratere sismico comprende Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo e gli sfollati sono decine di migliaia. La scossa provoca inoltre effetti idrogeologici sulla portata del fiume Nera e una spaccatura sul monte Vettore.

Il 18 gennaio 2017 quattro scosse fanno tremare la terra in Abruzzo, in provincia dell'Aquila: la prima alle 10:25 di magnitudo 5.1 con epicentro a Montereale; la seconda di magnitudo 5.5 alle 11:14 con epicentro a Capitignano; la terza alle 11:25 di 5.4 con epicentro a Pizzoli; la quarta di magnitudo 5.0 alle 14:33 con epicentro a Cagnano Amiterno. Ci sono altri danni e crolli, compreso quello del campanile della chiesa di Sant'Agostino a Amatrice: ci sono state abbondanti nevicate e una persona muore nel crollo di una stalla. Alle 17:40 una valanga si abbatte sull'Hotel Rigopiano a Farindola (Pescara), dove restano intrappolate 40 persone: 11 i sopravvissuti, 29 le vittime.

L’11 aprile 2018 una scossa di magnitudo 4.6, la più potente dal novembre 2016 nel Maceratese, con epicentro a 2 km da Muccia (Macerata), a una profondità di 9 km, sveglia gli abitanti che si riversano in strada e viene avvertita anche in altre località delle Marche.

Il 16 luglio 2021 due scosse di terremoto, la prima di magnitudo 2.6 e la seconda di 3.6 vengono registrate nella zona di Norcia dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Secondo alcuni testimoni vengono recedute da un boato. 

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