Alta tensione

Tajani: «Truppe Nato non entrino in Ucraina, così rischiamo la Terza guerra mondiale»

Dopo l'ipotesi lanciata dal presidente francese Emmanuel Macron, il ministro degli Esteri ribadisce: «I nostri militari sono portatori di pace e libertà». Sulla missione contro gli Houthi: «Il 40% delle nostre merci esportate via mare passa da Suez e Mar Rosso»

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di Redazione Cronaca
15 marzo 2024
14:33
Antonio Tajani - foto di archivio
Antonio Tajani - foto di archivio

«I nostri militari fanno bene quello che fanno nel Mar Rosso per proteggere le nostre navi, fanno bene quello che fanno in Libano, in Africa, in Iraq. I nostri militari sono portatori di pace, garanzia e libertà. Noi non siamo in guerra con la Russia». A dichiararlo, parlando con Bruno Vespa a LetExpo, è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un nuovo riferimento all'ipotesi ribadita da Emmanuel Macron di inviare truppe in Ucraina. «Io credo che la Nato non debba entrare in Ucraina. Sarebbe un errore entrare, noi dobbiamo aiutare l'Ucraina a difendersi, ma entrare noi a fare la guerra alla Russia significa rischiare la Terza guerra mondiale».

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«Tutte le persone di buon senso non vorrebbero questo», ha aggiunto Tajani, che ha poi fatto riferimento alle parole del Papa. «Il Papa cosa ha detto: io voglio la pace. Mettetevi a un tavolo e fate la pace. Ma il Papa fa il Papa, deve dire questo. Non mi scandalizza né preoccupa».


La missione nel Mar Rosso 

Capitolo Houthi. «I terroristi dicono bugie perché a loro fa comodo minacciare l'Italia, che in questo momento è alla guida di una missione europea a protezione del traffico commerciale», dice ancora Tajani sulla situazione nel Mar Rosso, dove non si fermano gli attacchi degli Houthi dello Yemen.

«Fortemente voluta, questa missione dal governo italiano», ha proseguito, ricordando che «il comando operativo è affidato ad un contrammiraglio della nostra Marina». «Voglio ricordare soltanto - ha poi sottolineato - che siamo un Paese che ha il 40% del Pil che viene dall'export. Il 40% dei nostri prodotti che vengono esportati via mare passa attraverso Suez e il Mar Rosso. Lo Stato italiano ha il dovere di proteggere quelle imbarcazioni perché sono parte fondamentale della nostra economia. Tuteliamo l'interesse nazionale, non solo le imprese. Per questo abbiamo voluto una missione difensiva».

Quanto alle polemiche sui costi Tajani ha fatto notare che «il drone è stato abbattuto a colpi di cannone e non con missili. Il comandante è stato bravo e gli artiglieri hanno usato lo strumento meno costoso per proteggere il traffico mercantile in quell'area».

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