Troppo occidentale: «Devo salvarlo», padre rimanda figlio in Bangladesh

Protagonista della vicenda un 12enne di origini bengalesi, nato e cresciuto nel Vicentino. L’ultimo messaggio a un vicino di casa: «Aiutami»

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di Redazione
4 dicembre 2019
12:15

Dawud, 12enne di origini bengalesi, nato e cresciuto nel Vicentino, amava leggere, studiare, giocare a scacchi e a scuola, dopo qualche problemino iniziale, era diventato il primo della classe. Un bambino modello che ha dovuto lasciare tutto: le sue passioni, la sua vita, i suoi amici, il suo borgo, per tornare in Bangladesh.

Un rientro nel paese di origine che esteriormente non sembra comprensibile. Ma, in realtà, racconta "Repubblica", il padre, lo avrebbe messo su un aereo con la moglie e i due fratelli, perché non sopportava più che il piccolo vivesse, e beneficiasse, dei tanti aspetti della cultura occidentale. Eh sì, era diventato troppo italiano. E la colpa era di una persona, del vicino di casa del ragazzo, Giancarlo Bertola, che era diventato il miglior amico di Dawud, quasi un padre (come aveva scritto in un tema il 12enne).


Libri e scacchi le sue passioni

«Ho voluto sapere qualcosa di più di quel bambino, che ha la stessa età di mio figlio - dice Bertola, architetto dello stesso paese di Dawud -. Ho scoperto che viveva a pochi metri da casa mia e che non sapeva l'italiano. Ho proposto ai genitori di mandarlo da me: lo avrei aiutato con i compiti. E ho conosciuto un ragazzino che ha tanta voglia di sapere, imparare, leggere». A casa dell’uomo Dawud, infatti, ha scoperto la lettura e il gioco degli scacchi. Un gioco di strategia che lo aveva coinvolto tanto e di cui era diventato campione.

Il rientro in Bangladesh e il messaggio WhatsApp

Ma quando il padre di Dawud si è accorto della "deriva occidentale" intrapresa dal ragazzo, ha preso radicali provvedimenti. Il piccolo doveva tornare nel suo paese d'origine. «Me l'hanno rovinato - dice -, non lo riconoscevo più. Metteva in dubbio persino l'esistenza di Allah. Così ho salvato lui e i suoi fratelli». Ora Bertola, il miglior amico del ragazzo, è preoccupato. Dawud è sparito. Di lui resta solo un messaggio inviato via WhatsApp al vicino di casa il 24 ottobre scorso: «Aiutami, sono a Dubai, mi stanno portando in Bangladesh! Mi avevano detto che andavamo a fare una visita medica, invece la mamma ci ha portati alla Malpensa». Poi, più nulla. 

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