Il pagamento

Un miliardo di euro per far pace con il fisco: holding Elkann-Agnelli sigla accordo transattivo

Il contenzioso era nato nel 2016 dopo lo spostamento in Olanda della sede fiscale di Exor, che ha deciso di «pagare quanto pattuito, pur rimanendo convinta di aver agito correttamente e rivendicando di non aver violato alcuna norma in tema di Exit Tax»

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di Redazione
18 febbraio 2022
23:09
John Elkann, presidente di Exor (Ansa)
John Elkann, presidente di Exor (Ansa)

Exor, la holding della famiglia Agnelli, ha raggiunto un accordo con l'Agenzia delle Entrate per chiudere un contenzioso fiscale relativo alla ridomiciliazione in Olanda del 2016. Exor pagherà 746 milioni di euro, di cui 104 di interessi. Parallelamente, la Giovanni Agnelli, società cassaforte della famiglia, verserà al fisco italiano 203 milioni di euro, di cui 28 milioni per interessi, per un totale di 949 milioni di euro.

Nel 2016 Exor ha deciso di ridomiciliarsi in Olanda perché olandese era già la residenza di molte delle società controllate, come Cnh Industrial, Fiat-Fca e Ferrari (anche Stellantis nel 2021 ha scelto l'Olanda per la sua residenza). Una scelta - spiega Exor - dovuta all'esigenza dii armonizzazione dei sistemi di governance e di regole del diritto societario, non di convenienza fiscale: il trattamento fiscale sulle plusvalenze è praticamente uguale in Italia e in Olanda.


Per evitare un lungo e costoso contenzioso tributario, Exor ha scelto di sottoscrivere l'accordo e di pagare quanto pattuito, pur rimanendo del tutto convinta di aver agito correttamente e rivendicando di non aver violato alcuna norma in tema di Exit Tax. A confermare questa interpretazione - fa notare Exor - c'è il fatto che l'Agenzia delle Entrate non ha comminato alcuna sanzione a fronte della contestazione sollevata: l'ammontare pagato dalle due società per l'Exit Tax corrisponde solo al ricalcolo del maggiore imponibile e ai relativi interessi.

La Exit Tax è a tutti gli effetti una imposta "una-tantum" e non si ripeterà: ora Exor è regolata da sistemi legali e tributari olandesi, stabili e privi di zone grigie interpretative, e non esistono ulteriori pendenze fiscali in Italia. La cifra pagata da Exor corrisponde a circa il 2,5% del suo valore (circa 30 miliardi di euro): non è modifica la sua strategia di investimento e di sviluppo, che continuerà come previsto.

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