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Reggio Calabria tra incanto e orrore: paradiso sfregiato dal degrado

Reggio Calabria tra incanto e orrore: paradiso sfregiato dal degrado
di Anna Foti
Coordinamento editoriale: Altomonte, De Girolamo, Rende, Serra
Video editing: Vallone

La città dello Stretto può contare su scenari unici al mondo. Qui anche la luce del sole crea magie cromatiche incomparabili. Eppure il territorio è costellato di discariche abusive, strade sgarrupate ed edifici fatiscenti. Un contesto che rende chiaro e doloroso lo spreco di tanta bellezza. Viaggio nei quartieri più degradati

Tra due opposti inconciliabili resta intrappolata Reggio Calabria. In questa altalena perenne tra bellezza e degrado, tra incanto e incuria, resta sospesa la città calabrese dello Stretto.
Un panorama senza eguali. Lo Stretto la unisce alla dirimpettaia Messina, in uno scorcio unico al mondo che al tramonto assume colori cangianti e sempre suggestivi. Cullata dai mari Ionio e Tirreno che nello Stretto si mescolano, Reggio si adagia alle pendici dell’Aspromonte. Uno scrigno naturale ricco e variopinto, custode di meraviglie emerse e sommerse che ammanta di incanto anche la dimensione urbana della città e che, tuttavia, stride con i tanti angoli, periferici e non, in cui il degrado avanza senza che si riesca ad arginare in modo definitivo.  
C'è un degrado ambientale ma anche comportamentale, consistente nel reiterato abbandono di rifiuti in luoghi non deputati al conferimento. Siano essi strade, baracche diroccate, aree lasciate all'incuria.
Atti di inciviltà che fanno il paio con un’illegalità diffusa che richiederebbe un'assidua vigilanza per essere contrastata. Atti che generano numerose e pericolose discariche a cielo aperto e rischi per la salute delle persone e dell'ambiente.
Una illegalità ostinata che si concretizza nella capacità di tornare a riempire di rifiuti luoghi appena ripuliti dall'Amministrazione comunale o dalla cittadinanza impegnata sui territori e nei quartieri. Tante sono le esperienze collettive di riscatto di luoghi e le iniziative spontanee adottate da associazioni e comitati di quartiere. Un’autentica ricchezza per questa città che sfida l’inciviltà che, spesso ma non sempre, è manifestazione impropria di un evidente disagio, poiché i disservizi (strade senza manutenzione, carenza d'acqua e di illuminazione, assenza di luoghi di aggregazione, clima di insicurezza) non mancano. E non solo nelle periferie.
Una condizione che demoralizza un’intera comunità che in larga parte invece agisce e opera per una città pulita e all'altezza della sua bellezza e del suo immenso potenziale di sviluppo e crescita.

Pellaro, il blu del mare oscurato dai rifiuti

A Pellaro, nella zona Sud di Reggio Calabria, il potenziale turistico, fa duramente i conti con il degrado perenne, e invece di far decollare economicamente il territorio resta sepolto sotto cumuli di rifiuti. Non basta una distesa azzurra dove il vento soffia trecento giorni all’anno e dove da tutto il mondo vengono a praticare il kitesurf. Qui invece di lavorare per far sorgere il Parco del Vento e per il conseguimento della Bandiera Blu, a distanza di centinaia di metri tra loro convivono spiagge e acque di qualità diametralmente opposta (classe eccellente a Punta Pellaro e classe scarsa a Pellaro Lume) e continuano ad essere negati i servizi essenziali.
Un quadro desolante per la comunità residente che già la scorsa estate abbiamo potuto documentare.
Una delle principali criticità è rappresentata dalla depurazione che, nonostante il potenziamento dell'impianto ormai risalente a oltre un decennio fa, come più volte segnalato dai cittadini agli enti preposti, nei mesi estivi si rivela insufficiente. «Tarato su una popolazione di venticinquemila persone che d’estate aumenta, il depuratore esistente non è assolutamente adeguato», hanno spiegato i volontari della Pro Loco Reggio Sud. La conseguenza è che lo sversamento diretto a mare, e già dirottato sul torrente Fiumarella per via della mancata realizzazione della nuova intubata sottomarina, non sempre è preceduto da una corretta depurazione.
«In questo paradiso, di fatto, noi ogni estate subiamo un’ordinanza di divieto di balneazione che colpisce oltre 1300 metri di litorale. In forza dei rilievi condotti dall’Arpacal, il portale delle Acque del ministero della Salute la scorsa estata ha rilevato nella zona di Pellaro Lume, in corrispondenza dell’ecomostro dei resti di questo grosso tubo arrugginito, anche quest’anno una scarsa qualità dell'acqua. Alcun divieto di balneazione, seppure esistente, tuttavia è stato segnalato». Questa la denuncia dei volontari della Pro Loco Reggio Sud che restano impegnati anche sul fronte nell’interlocuzione con il Comune di Reggio Calabria. Chiedono da tempo il potenziamento del depuratore, ancora non eseguito, e la realizzazione della nuova condotta sottomarina, visto che della precedente opera, dismessa da tempo, resta lo scheletro arrugginito a deturpare il litorale. 
Inserita dalla giunta Scopelliti nel 2009 - spiega Concetta Romeo, presidente della Pro Loco Reggio Sud - e poi confermata nel 2013 dalla Commissione straordinaria, nel Piano triennale delle opere pubbliche, con tanto di progettazione preliminare finanziata con 650mila euro, è stata poi inspiegabilmente stralciata nel 2014. Abbiamo portato questo tema fondamentale all’attenzione dell’attuale Amministrazione, già lo scorso anno. Adesso attendiamo i fatti
Tornando a parlare di contraddizioni tanto evidenti quanto da tempo irrisolte, mentre spingendo lo sguardo ancora più a Sud, lo spettacolo straordinario del kitesurf stride con la ruggine dell’intubata dismessa, mai rimossa ed esposta alle intemperie, e anche con i fitti canneti e una incolta vegetazione che nascondono anche rifiuti. Ormai invaso è il greto del torrente Fiumarella. Anche questi sono segni di incuria e di assenza di manutenzione del torrente medesimo che per assolvere alla sua funzione di canale di scolo dovrebbe essere libero. A ciò si aggiunga il ponte da risanare, dove una copiosa perdita d’acqua da mesi incrementa lo spreco del prezioso bene pubblico, che in molte zone della città scarseggia. Uno scorrimento incessante che mina l’integrità del ponte sul torrente Fiumarella, su cui transitano numerose macchine ad ogni ora del giorno.
Ancora degrado, dunque, all’ingresso di punta Pellaro, uno dei luoghi più ventosi del pianeta, dove da tutto il mondo vengono a praticare il kitesurf d’estate.
Ancora nessuna vigilanza per individuare chi bruci i rifiuti e chi perseveri nell’alimentare la discarica a cielo aperto.
Il Comune di Reggio, intanto, si è impegnato a risanare il ponte Fiumarella ma adesso un altro inverno è quasi passato e le preoccupazioni restano. 

Rione Marconi e Arghillà, i quartieri invisibili

C’è una piaga delle piaghe: l'occupazione abusiva degli alloggi popolari. La situazione riguarda il rione Marconi, nella zona Sud di Reggio Calabria, e la zona periferica a nord della città dello Stretto, Arghillà. Qui si intravede un miglioramento della situazione. 
«Con riferimento a circa 500 dei 1080 alloggi popolari, di competenza di Aterp, dilagano abusivismo e illegalità. Finalmente, dopo anni di stasi, l’interlocuzione con l’Aterp, presso la quale dal 2019 sono protocollate circa duecento richieste di regolarizzazione da noi raccolte, sta producendo i primi frutti. Abbiamo raggiunto un accordo per velocizzare gli iter burocratici – spiega Rosetta Melidoni, dello Sportello sociale del coordinamento di quartiere di Arghillà e residente nel quartiere – e per superare le criticità che continuamente emergono. L’impegno è congiunto e siamo fiduciosi che riusciremo presto a regolarizzare le famiglie che già hanno fatto domanda. Inoltre abbiamo nuovamente aperto ad altre istanze. Dunque il numero dei richiedenti aumenterà».
«Vi sono, sempre ad Arghillà nord, altri cinquanta alloggi popolari di competenza però comunale. Qui tutti sono regolarmente residenti. Con l’amministrazione del Comune di Reggio Calabria abbiamo lavorato per prospettare la riqualificazione con i progetti Pinqua. L’iter è a buon punto e anche da questo punto di vista siamo fiduciosi. Vorremo - spiega Rosetta Melidoni - che per tutti gli alloggi popolari ci fosse un riscatto dopo decenni di incuria. Numerose sono anche le situazioni di inagibilità, come ad esempio quella dell’intero comparto 6. Ci sono risorse regionali per superare questa condizione di cui chiederemo la riattivazione. Qui, in un enorme concentrato di povertà, vivono persone invisibili che, se anche avessero una residenza da comunicare, essa non sarebbe una via ma un numero. Ancora ad Arghillà le vie non hanno neppure un nome». (video estate 2022)
Il comitato di quartiere di Arghillà, per voce del portavoce Giovanni Votano, si dice fiducioso. «La raccolta del Comune è adesso più costante, con cadenza quotidiana. Nei comparti adesso ci sono i cassonetti dove regolarmente conferiscono le famiglie che vivono negli appartamenti. Abbiamo chiesto all’amministrazione comunale, con la quale interloquiamo da tempo, di assicurare la video sorveglianza, deterrente essenziale al deposito indiscriminato e illegale di ogni genere di rifiuti per strada. Resta fondamentare esercitare un controllo della zona per assicurare legalità e pulizia decoro al quartiere. Attendiamo risposte». Il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti, comunque, è radicato e alcune zone poco visibili rimangono ancora ricettacolo di spazzatura.
Lo stesso rischio si registra nelle zone abitualmente assaltate da avventori che lasciano rifiuti di ogni genere, evidentemente non prodotti dentro il quartiere. La scorsa estate si è rivelato necessario l'intervento straordinario di rimozione, trasporto e avvio al recupero e smaltimento di rifiuti speciale abbandonati da ignoti. Con un costo di oltre 90mila euro il Comune di Reggio ha provveduto a ripulire il quartiere.  
La criticità degli alloggi popolari da censire e occupati abusivamente tormenta anche il Rione Marconi, altra zona tormentata e particolarmente esposta a depositi illegali di rifiuti e roghi di spazzatura.
Qui il comune di Reggio aveva optato per il posizionamento dei cassonetti stradali, al momento di registrare il degrado persistente e il reiterato abbandono di rifiuti, nonostante le pulizie straordinarie. Cassonetti ad oggi rimossi, poiché solo ricettacolo di nuove discariche abusive e più volte incendiati. Così anche se la raccolta differenziata registra una certa costanza, resta il rischio ambientale e igienico-sanitario di nuovi cumuli di spazzatura per strada. E il fenomeno della transumanza si ripete con macchine e furgoni che si recano nel quartiere per scaricare ogni genere di rifiuto.
Il rione Marconi continua ad essere destinato a diventare una discarica a cielo aperto. Vi sono punti che diventano con una certa frequenza, nuove discariche abusive e teatro di frequenti e dannosi roghi. Essi richiedono interventi di raccolta straordinaria. Anche dopo, purtroppo, le zone non restano pulite a lungo (servizio estate 2022).
Un rione che continua a fare i conti anche con disservizi oltre che con un’illegalità diffusa. Vi sono zone più nascoste dove iniziano ad essere depositate carcasse di auto, e dove, complice una illuminazione inspiegabilmente fioca, nelle ore di buio hanno luogo anche attività di spaccio.

La terra del fumo e dei veleni: Mortara

Un’altra terra di nessuno, come tante altre ve ne sono soprattutto, ma non solo, nelle periferie reggine. Siamo a Mortara, nella zona sud della Città di Reggio Calabria. Qui la scorsa estate buttare rifiuti di ogni genere indisturbatamente è stato gesto abitudinario come appiccare incendi per smaltire gli stessi rifiuti, altrettanto impunemente. Nonostante numerose sanzioni elevate dal Comune nei mesi successivi, la situazione non può ritenersi risolta. Il decoro della zona è ancora un miraggio.
«Anche se oggi gli incendi sono un po’ diminuiti, noi siamo sempre preoccupati», dicono i residenti. Questa la denuncia rilasciata ai nostri microfoni lo scorso settembre.
«Da dieci anni viviamo in condizioni disperate. Non possiamo neppure aprire le finestre per i fumi tossici che ormai impregnano l’aria, ogni giorno per tutto il giorno e in ogni stagione. Siamo diventati la pattumiera della città e lungo le strade giacciono cumuli di rifiuti che costantemente vengono bruciati per fare spazio ad altri rifiuti. Non riusciamo più ad accettare di vivere in queste condizioni. Duole profondamente vedere il quartiere che ami ridotto in queste condizioni. La situazione è davvero insostenibile e la cosa che più ci rattrista e ci rammarica è l’assenza di risposte e attenzione da parte delle istituzioni», ha denunciato il comitato Vedo Sento Parlo di San Gregorio di Reggio Calabria.
Lo scenario da diversi anni è preoccupante e decadente. Basterebbe soltanto l’odore acre di rifiuti e di bruciato. La strada che costeggia il primo tratto del torrente Valanidi è, su ambo i lati, assaltata da ogni genere di rifiuto, anche ingombrante, e da cumuli di immondizia incenerita. Questa situazione è stata registrata anche lungo la strada che arriva fino al mercato ortofrutticolo, ancora non a norma e dove gli operatori da oltre 11 anni sono in attesa di essere regolarizzati e di lavorare in una struttura dichiarata agibile. Struttura che negli ultimi mesi è stata anche colpita da due incendi.

Strutture vandalizzate e discariche disseminate

L’inciviltà si manifesta in più punti della città. Dalla periferia, come Mosorrofa dove un fiume di spazzatura scende fino a valle fino alle zone attigue al centro come il rione Ferrovieri Pescatori, nella zona sud di Reggio Calabria.
«La qualità della nostra vita peggiora di giorno in giorno e noi non possiamo restare inerti rispetto a questa situazione di abbandono. Anche noi vogliamo vivere in un contesto urbano decoroso, pulito, con strade percorribili e luoghi di aggregazione. Intendiamo restare vigili e in attesa di risposte concrete da parte del Comune», spiega Pasquale Andidero, presidente del comitato di quartiere di Mosorrofa.
Così non solo le strade di quartieri particolarmente problematici, ma anche le baracche diroccate e pericolanti, diventano ricettacolo di spazzatura. Diventano luoghi in cui abbandonare illecitamente ogni genere di rifiuto, anche ingombrante, concorrendo così ad accrescere il degrado nella zona circostante.
Baracche ormai diroccate e divenute discariche a cielo aperto, nel rione G, nella zona nord della città.
Accade anche nel quartiere Ferrovieri Pescatori, nella zona sud di Reggio Calabria, a un passo dal centro storico. Il comitato dei residenti, particolarmente attivo e zelante, ha già investito della questione le autorità competenti, denunciando i rischi per la sicurezza e la situazione di carattere igienico – sanitario.
«Abbiamo segnalato alle autorità, in diverse occasioni la condizione in cui versa questo quartiere da troppo tempo ormai. Abbiamo segnalato l’area a rischio con i vecchi baraccamenti divenuti discarica in via Fratelli Spagnolo Ferrovieri. La risposta delle istituzioni, tuttavia, si è limitata alla recinzione delle zone più pericolanti. Nulla di concreto e risolutivo. Noi continueremo a sollecitare e a chiedere di essere ascoltati. Vogliamo avere voce in capitolo anche con riferimento al progetto di riqualificazione. In questo quartiere noi viviamo e intendiamo, come già stiamo facendo, prendercene cura», ha spiegato Filomena Malara del comitato di quartiere Ferrovieri Pescatori di Reggio Calabria.
Una situazione di perdurante incuria in un quartiere segnato anche dall’insistenza di una struttura nel tempo vandalizzata.
Inaugurata anni fa, il mancato utilizzo aveva esposto la struttura retrostante al piazzale Leopoldo Trieste a un degrado progressivo. Atti vandalici e frequentazioni sospette avevano alimentato un clima di insicurezza. Necessari interventi di muratura di tutti i punti ingresso e la chiusura del cancello. Adesso si apre qualche varco verso una riqualificazione ma il timore è che i tempi siano sempre molto lunghi.
Ancora tantissimi angoli restano da raccontare attraverso le immagini del degrado e la voce dei residenti. C’è una città bellissima da riscattare dall’incuria e che ha dimostrato di sapersi attivare e di volere contribuire. Qualche passo in avanti si registra ma occorrerebbe uno slancio più radicale, deciso e risolutivo che non può prescindere dalla collaborazione fattiva tra cittadinanza e istituzioni (video estate 2022).