MINACCE AD IMPRENDITORI VIBONESI, A GIUDIZIO PRESUNTI ESPONENTI DI SPICCO DEL CLAN MANCUSO

Lo ha deciso il gip distrettuale di Catanzaro. Stralciate dal procedimento le posizioni di altri 6 indagati
6 giugno 2014
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VIBO VALENTIA - A processo perché accusati di aver minacciato Vincenzo e Giampiero Ceravolo, imprenditori del settore ittico di Vibo Marina. Il gip distrettuale di Catanzaro, Pietro Scuteri, ha disposto il giudizio immediato per Pantaleone Mancuso, 53 anni, detto "Scarpuni", di Limbadi, e per Raffaele Fiumara, 61 anni, di Francavilla Angitola, entrambi ritenuti ai vertici dei due omonimi clan del vibonese. I due erano stati arrestati nel corso dell'operazione antimafia "Never Ending" scattata nell'ottobre 2013. Il giudice delle indagini preliminari ha invece stralciato dal procedimento le posizioni di altri sei indagati. Si tratta di Domenico Pardea, 48 anni, detto "U Ranisi", di Vibo Valentia, Antonio Vacatello, 50 anni, di Vibo Marina, Rocco De Maio, 44 anni, Eugenio Gentiluomo, 59 anni, Massimo Patamia, 43 anni, Carlo Riso, 36 anni, tutti di Gioia Tauro. Secondo l'accusa, Pantaleone Mancuso (ristretto attualmente in regime di "carcere duro") e Raffaele Fiumara avrebbero minacciato Vincenzo e Giampiero Ceravolo, testimoni di giustizia, per costringerli a ritrattare le accuse da loro mosse contro i Mancuso nel processo nato dall'operazione antimafia "Breccia".

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