Anomalie nella gestione del patrimonio: la Corte dei Conti boccia la Regione Calabria

‘Inattendibilita’ delle informazioni contabili, sia sotto l’aspetto finanziario che patrimoniale. È quanto si deduce dalla relazione della Sezione regionale di controllo per la Calabria della Corte dei conti, guidata dal presidente facente funzioni Giuseppe Ginestra, che ha analizzato la gestione del patrimonio della Regione Calabria, per il periodo compreso tra il 2009 e il 2014.
di Redazione
15 gennaio 2016
16:26

Tante, troppe le anomalie riscontrate dalla Corte dei Conti nei confronti dell'inventario dei beni mobili e immobili e la gestione del patrimonio nel periodo 2009-2014 della Regione Calabria. Questo quanto emerge dalla relazione, presentata nel corso di una adunanza alla quale hanno partecipato per la Corte dei conti il presidente facente funzioni della sezione Giuseppe Ginestra e il referendario Michela Muti e per l'Ente il vice presidente, Antonio Viscomi. 

 


Inattendibilità delle informazioni contabili - Ginestra e Muti nel loro testo hanno evidenziato che «valutando l'efficienza, l’efficacia e l’economicità delle azioni svolte dall’Ente, vi sono specifici aspetti di inattendibilità delle informazioni contabili, sia sotto l’aspetto finanziario che patrimoniale, relativamente all’incompletezza dell’inventario dei beni mobili ed immobili». Appare dunque « fondamentale procedere alla ricognizione, descrizione e valutazione degli elementi costitutivi del patrimonio, ma non appare ancora manifesta una decisa volontà dell’Ente nei confronti della valorizzazione e conoscibilità del patrimonio pubblico».

 

Rispetto poi al Demanio e al Patrimonio immobiliare il Conto del Patrimonio della Regione Calabria «risulta carente in ordine alle informazioni relative ai beni demaniali ed al patrimonio indisponibile con riferimento alla competenza dei Dipartimenti Lavori pubblici, Sorical, Agricoltura e Foreste, ed attività produttive, nonché dagli enti gestori Afor, Arssa e Consorzi industriali delle cinque province calabresi».


“Trascorsi oltre cinque anni dall’ultimo referto di questa Sezione – ha sostenuto Muti – al di la’ dei piccoli passi percorsi verso una migliore, ma assolutamente non ancora completa, conoscenza del patrimonio immobiliare ed una corretta gestione dei cespiti immobiliari, non appare ancora manifesta una decisa volonta’ dell’Ente Regione nei confronti della valorizzazione e conoscibilita’ e del patrimonio pubblico, anche da parte dei cittadini“.

 

Il caso della Cittadella - Nel 2003 la Regione Calabria ha acquistato un terreno in localita’ Sansinato di Catanzaro - si legge nella relazione - per la realizzazione della Cittadella regionale, ma nel 2005 la stessa Regione ha cambiato idea ed ha deciso di spostare gli uffici nella zona di Germaneto, alla periferia del capoluogo. Provvedimenti costati all’epoca 5.327.500 di euro piu’ Iva, mentre il terreno del Sansinato, esteso complessivamente per 93.180 metri quadrati, e’ tuttora inutilizzato e abbandonato.

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