Autonomia differenziata

Lo Schiavo: «Legge truffa che condanna la Calabria, Occhiuto dica “No” alla secessione dei ricchi»

L’intervento del presidente del Gruppo misto in Consiglio regionale: «Emerse le contraddizioni interne alla maggioranza dove in molti vivono con disagio l’approvazione del ddl Calderoli, il governatore difenda gli interessi dei cittadini calabresi»

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di Redazione Politica
18 aprile 2024
20:45
Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo
Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo

«Dal dibattito di oggi sull’Autonomia differenziata, in Consiglio regionale, sono emerse quelle contraddizioni tutte interne ad una maggioranza nella quale sono in molti a vivere con disagio il processo di approvazione del Disegno di legge Calderoli». Lo ha detto il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti, intervenendo nel corso del dibattito sull’Autonomia regionale differenziata e ribadendo «netta contrarietà ad una legge truffa che condanna la Calabria».

Il politico evidenzia: «Lo stesso presidente Occhiuto si è sforzato, in questi mesi, di assumere una terza posizione tra chi, come gli alleati del partito di cui è vice coordinatore nazionale, è assolutamente favorevole e chi invece è nettamente contrario. Ma una posizione terza è difficilmente sostenibile in questo caso: l’Autonomia differenziata è un danno, è una legge truffa, è una partita truccata in partenza dalla quale non può derivare nulla di buono per i territori che sono rimasti indietro in questo Paese. E in molti l’hanno ormai capito anche nel centrodestra. Qui – sottolinea - c’è solo una posizione da sostenere: quella di netta contrarietà rispetto ad un disegno che cristallizzerà le disuguaglianze tra le regioni ricche e quelle più svantaggiate del Paese».


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Lo Schiavo prosegue l’analisi: «È ovvio che in ballo c’è il sistema istituzionale del Paese e i diritti stessi dei cittadini. Commercio estero, fiscalità sulle attività produttive, sistemi scolastici differenti: sono solo alcune delle 33 funzioni che si pensa di poter assegnare alle Regioni e di finanziarle con i gettiti fiscali che ciascuna di esse produce. Ancora più grave è però pensare di minare alle basi il principio che questa non sia più una Nazione solidale ma bensì un Paese in cui ciascuno utilizza i gettiti fiscali che produce. Rompere l’unità nazionale, in una fase in cui gli Stati nazionali sono minacciati dal capitalismo delle big company, è assolutamente pericoloso e rende ancor più debole lo Stato unitario. Quando ci sono gravi emergenze, com’è accaduto con la pandemia, lo Stato è più forte se è unito, compatto e solidale».

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In conclusione «ho quindi chiesto al presidente Occhiuto di volare alto, di prescindere dall’indirizzo dei partiti nazionali e di difendere gli interessi dei cittadini della nostra regione. Interessi che vanno in solo senso: quello di dire “No” alla secessione delle regioni ricche; di dire “No” ad una riforma che porterà a 20 sistemi scolastici, a 20 sistemi sanitari e ad un sistema in cui le Regioni più povere, come la nostra, non potranno competere e soccomberanno».

 

 

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