Consiglio comunale

Cetraro, ok alla proposta del piano di riequilibrio ma la minoranza non ci sta: «Stangata per i cittadini»

Il sindaco Cennamo: «La decisione maturata per accedere a risorse importanti, ci troviamo di fronte ad una continua corsa per evitare il dissesto»

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di Francesca Lagoteta
5 gennaio 2022
16:20

Piano di riequilibrio finanziario. Questo il tema al centro del dibattito del Consiglio comunale di Cetraro che si è da poco concluso. La minoranza ha deciso di disertare la seduta, così come anticipato nella tarda serata di ieri in una nota firmata da Giuseppe Aieta, Angelo Aita, Gabriella Luciani, Marco Occhiuzzi, Beniamino Iacovo, Benedetta Saulo e Massimiliano Vaccaro: «Le forze politiche di minoranza con grande senso di responsabilità hanno, in più occasioni, offerto la propria disponibilità ad affrontare in maniera collegiale ed in un clima di unità le questioni afferenti il bilancio comunale, avendo già indicato in consiglio comunale una diversa soluzione. Ciò nonostante registriamo una totale chiusura rispetto alla nostra disponibilità, ottenendo per tutta risposta una inspiegabile autosufficienza. Il gruppo di minoranza non si farà dunque coinvolgere in un atto consiliare che decreterà la fine della virtuosa crescita della Città degli ultimi anni».

Immediata la risposta del sindaco, Ermanno Cennamo, che ammonisce e sottolinea: «Le soluzioni proposte dalle forze politiche di minoranza sono state tutte smontate dal consulente finanziario dell’ente, il dott. Antonio Infantino. Mi sarei aspettato, dunque, l’assunzione della responsabilità di chi ha governato negli anni questa città».


Situazione finanziaria drammatica

A oggi il debito residuo delle anticipazioni di liquidità ammonta a 4.095.473,00 con una rata annuale di 156.614,00 e il debito residuo con la Cassa depositi e prestiti ammonta a 7.004.172,00 con una rata annuale di 898.078,00. A questi si aggiungono i debiti fuori bilancio di oltre 1.690.000,00 relativi al mancato pagamento delle fatture e agli atti di ingiunzione da parte dei creditori, soprattutto quelli relativi all'energia elettrica. Una situazione, dunque, alquanto difficile.
«Ci troviamo di fronte ad una continua corsa per evitare il dissesto dell’ente, causato da responsabilità precedenti -rimarca il sindaco Cennamo- e provare, quantomeno, a rimediare al gap finanziario. La decisione di procedere al Piano di riequilibrio finanziario è maturata per accedere a risorse importanti, che consentiranno il pagamento dei debiti accumulati nel bilancio comunale, creando le premesse per il riconoscimento e lo smaltimento di debiti fuori bilancio, per ricostituire la giacenza di tesoreria e ripristinare i fondi a destinazione vincolata». 

Approvata la proposta del Piano di riequilibrio

«Abbiamo fatto del nostro meglio in tutto questo tempo - prosegue Cennamo -, provando a recuperare nel bilancio quelle risorse necessarie per garantire tempestività nei pagamenti, abbiamo lavorato con l’ufficio tributi, polizia locale e la ditta che si occupa della rete idrica a verificare quei contatori che non erano censiti e abbiamo, da questi, recuperato oltre 50 nuovi allacci idrici regolarmente denunciati all'ufficio tributi. Abbiamo chiesto e ottenuto dalla Polizia Locale una mappatura sui passi carrabili e ci siamo accertati delle relative entrate. Abbiamo dato mandato all'ufficio urbanistica di procedere speditamente sul condono edilizio e di snellire le pratiche accantonate negli anni recuperando cosi 35mila euro a garanzia soprattutto degli impegni assunti sulla parte di nostra competenza relativa al finanziamento Borghi. Ci siamo concentrati un nuovo Piano Bosco, che porterà risorse necessarie per le finanze comunali. La Polizia Locale, su proposta anche della consigliera Gabriella Luciani, procederà ad un controllo sulla SS 18 attraverso la sperimentazione dello scout speed, che partirà nei prossimi mesi. Abbiamo verificato poi –conclude il primo cittadino-, i contatori elettrici intestati all'ente e disattivato quelli non più utilizzati (evitando, così, di continuare a pagare la quota fissa), chiedendo alle associazioni, società ed enti del terzo settore, di volturare gli allacci idrici ed elettrici sinora a carico dell’ente come già evidenziato e richiesto dalla Corte dei Conti».

La minoranza non ci sta

Decisioni respinte con forza dai consiglieri del gruppo di minoranza che, a termine della nota, evidenziano: «Tale approvazione produrrà effetti nefasti per le tasche dei cittadini e per le attività commerciali e produttive che dovranno subire l'aumento al massimo livello delle tariffe comunali e delle aliquote delle imposte, ciò dopo la pesante stangata delle bollette Tari».

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