Cotticelli si dà malato, evita il sopralluogo a Polistena e “guarisce” per il Pd

Il commissario per ha rinunciato alla visita nell'ospedale reggino per "motivi di salute", ma nelle stesse ore incontrava una delegazione del Pd nel suo ufficio

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di Agostino Pantano
14 novembre 2019
17:08

Al commissario Saverio Cotticelli, doti miracolistiche non gliene ha mai riconosciuto nessuno ma dopo la mattinata di ieri – all’uomo chiamato a salvare la sanità calabrese – qualche potere di “cura eccezionale” glielo dovranno pur attribuire.

Altrimenti non si spiega la sua ultraterrena ammissione di non poter essere in due posti contemporaneamente, all’ospedale di Polistena per un atteso (e carico di speranze) sopralluogo e alla Cittadella regionale per delle riunioni programmate, e uscire dall’impasse di un’agenda fitta – e impazzita fra appuntamenti con orari inconciliabili – in un modo che se esclude il suo essere “santo bilocalizzato”, ce lo qualifica quanto meno come “santo medico”.


Capita infatti che il sindaco di Polistena Michele Tripodi, per informare i giornalisti sul perché il generale non si sia materializzato tra le corsie dove lo attendevano medici e politici, abbia fatto leggere il contenuto di una Pec (mail di posta elettronica certificata) trasmessagli da Cotticelli. “Comunico l’impossibilità a partecipare, per sopraggiunti motivi di salute”, ha scritto al primo cittadino avventuratosi fino a rilevare un dato personale sensibile solo per placare il malumore per il forfait, e i dubbi che in tanti avevano espresso sul colpo operativo riuscito all’amministratore all’indomani di un consiglio comunale aperto sul nosocomio cittadino al collasso.

 

Pubblicamente giustificato il commissario che era pure atteso in Municipio, magari destinatario pure di qualche preghiera curativa speciale: scopriamo, infatti, che nelle stesse ore in cui non è andato a Polistena perché stava male, teneva delle riunioni nel suo ufficio di Catanzaro. Tutto può essere, anche che il commissario fosse indisposto – ma limitatamente ad un viaggio da affrontare – oppure che, grazie a Dio, il malessere sia passato presto al solo pensiero di non dover più andare in un ospedale definito “da incubo”: fatto sta che, per fortuna, il responsabile del “Piano di rientro” è rientrato nel pieno delle proprie forze, marcando visita solo per la trasferta.

Non se l’è sentita di fare “la madonna pellegrina”, tra i padiglioni di un ospedale la cui difesa politica il sindaco comunista Tripodi contende al concittadino senatore 5stelle Fabio Auddino, ed ha preferito guarirsi con una “soddisfacente – leggiamo in una nota del consigliere regionale Michele Mirabello – riunione con una delegazione del Pd di Vibo Valentia”.

Che si sia purgato (politicamente) in salute?               

Giornalista
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