Comune Catanzaro

Ecco la giunta che il sindaco Fiorita presenterà domani fra attese soddisfatte e malumori

Il primo cittadino conta di partire al più presto nella pienezza delle funzioni. Quattro degli assessori scelti hanno un'estrazione politica non proprio di sinistra. Alla presidenza del Consiglio resiste l’ipotesi Bosco. Ma non mancano i mal di pancia

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di Danilo Colacino
12 luglio 2022
10:01
Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita
Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita

Varo della Giunta previsto per domattina alle 11.30 in Sala Concerti di Palazzo De Nobili. Poche sorprese, anzi forse nessuna, rispetto alle anticipazioni giornalistiche della vigilia in ordine alle esclusioni eccellenti di cinquestelle e socialisti, che fanno il paio con almeno altri due "tagli ad personam" di cui si dirà nel prosieguo, e all'apertura a figure (tre più delle molto menzionate quattro, in verità) riconducibili al centrodestra per le loro simpatie. Comunque sia, sebbene il comportamento di sindaco e membri del “cerchio magico” che sa di stantio tenuto nei confronti della stampa con un anacronistico arroccamento di stampo sovietico fatto di mancato confronto spacciato per serietà e rinnovamento(?) ma in realtà improntato a valutare i cronisti utili solo se fanno le pulci agli avversari, le informazioni sono filtrate quasi tutte fra messaggi di malpancisti e “gole profonde” dall’interno in quantità industriale.

La giunta Fiorita

Si parte, e non potrebbe essere altrimenti, dell'Esecutivo che accanto al neosindaco di Catanzaro sarà composto dalla vice Giuseppina "Giusi" Iemma e ancora da Raffaele Scalise (Lavori Pubblici); Donatella Monteverdi (Cultura); Antonio "Nino" Cosentino (Sport); Aldo Casalinuovo (Ambiente); Marina Mongiardo (Bilancio); Antonio Borelli (Attività economiche); Bonaventura "Venturino" Lazzaro (Servizi Sociali); Marinella Giordano (Sicurezza) e Daniela Palaia (Turismo o Avvocatura). A queste si aggiungono diverse deleghe, alcune delle quali definite pesanti come l'Urbanistica e altre relative a settori sensibili, che saranno trattenute da Fiorita stesso. I soli consiglieri eletti che entreranno in Giunta, anche e soprattutto nel rispetto delle quote rosa, saranno dunque tre donne: Iemma, Monteverdi e Palaia. Le quali favoriranno peraltro il "ripescaggio" nell’assise cittadina dei primi dei non eletti nelle rispettive liste, che le surrogheranno. Il riferimento è a Igea Caviano (Pd); Nunzio Belcaro (Cambiavento) e Tommaso Serraino (Mo-Fiorita Sindaco).


Chi è rimasto a casa

In maniera irrimediabile fuori dai giochi per i posti di governo i fioritiani doc Salvatore Passafaro (Dem) e Francesco Mardente (5S), aspiranti pubblici amministratori ma senza i voti necessari per entrare in assemblea alle Comunali di giugno scorso, oltre ai non candidati, tuttavia pasdaran nicoliani, Domenico Marino (Psi) e Giuseppe Risadelli (Democrat). Figure a cui si presumeva il sindaco, non fosse altro che per riconoscenza come nel caso di Casalinuovo a cui ha concesso una poltrona da assessore per essersi ritirato dalla corsa per diventare il papabile sindaco del centrosinistra, riservasse qualcosa. E invece niente. Di niente. Salvo ne "recuperi" qualcuno, assegnandogli una postazione di sottogoverno in una Partecipata. Almeno a chi fra questi suoi tifosi (forse già ex, ma si capirà presto) può vantare un titolo accademico (laurea di un certo tipo, magistrale e in determinate materie) che gli permetta la designazione all'incarico.

I tanti assessori accostati al centrodestra

Al di là di ogni considerazione, malumore di molti compreso, resta la questione, vera o presunta che sia, della prossimità al centrodestra - per così definirla - di ben quattro possessori di deleghe assessorili su dodici membri della Giunta compreso il primo cittadino. Tanti quindi i sospettati di tale appartenenza come Scalise (che malgrado la smentita viene accostato da insistente vox populi al presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso); Cosentino (storicamente in sintonia con Sergio Abramo e comunque mai vicino al centrosinistra); Mongiardo (sulla quale va però spiegato come per tutti i dirigenti della Cittadella al pari di lei, li si giudica sempre vicini al governatore di turno, in Regione Calabria ormai da inizio 2020 tra l’altro di estrazione forzista) e Borelli (in realtà ex Popolare e catalogabile quale democristiano tendente a sinistra come l'assai più noto zio Donato “Nanà” Veraldi, più volte parlamentare in passato).

I posti di sottogoverno e la presidenza Bosco

Comunque sia, per come peraltro accennato, restano adesso da riempire solo poche caselle quali quelle molto appetite, non appena si libereranno i "posti di comando", relative ai vertici di Catanzaro Servizi, Amc e Politeama (dove fino al weekend passato sembrava destinato al ruolo apicale di Dg il pluricitato e ricompensato Casalinuovo, poi invece cooptato nella squadra dell'Amministrazione). A fare un po' meno gola, viceversa, le destinazioni del Comalca e dei vari consigli di amministrazione, accessibili anche ai diplomati o a chi ha lauree brevi o in discipline di un certo tipo. Tant'è vero che a riguardo si vocifera come Mardente potrebbe aver detto di no a una di queste soluzioni per lui. Via libera infine, se come ovvio la “proposta” terrà in Aula con i voti che cambiaventisti & soci non hanno portati dunque in dote da una parte di Rinascita e dal gruppo di Antonello Talerico, alla presidenza del civico consesso di Gianmichele Bosco. 

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