Incendi, Orlandino Greco: «Situazione al collasso»

Il consigliere regionale: «C’è chi chiede (a torto) scusa e chi si nasconde nei tanti: “avremmo voluto, avremmo dovuto, avremmo potuto”»
di Redazione
12 luglio 2017
15:16
Il consigliere regionale Orlandino Greco
Il consigliere regionale Orlandino Greco

«La Calabria brucia, ettari e ettari di verde andato in fumo, un patrimonio naturalistico perduto, Aspromonte, Pollino, parchi, pinete, sono sotto una coltre di fiamme e fumo e la situazione non può che peggiorare, caldo e siccità a cui si aggiungono piromani o semplice incuria e inciviltà disegnano questa stagione 2017. Da diversi giorni ed ininterrottamente Protezione Civile e Corpo dei Vigili del Fuoco sono impegnati a sedare i molti incendi che non hanno risparmiato un solo comune o territorio». Questo l’intervento di Orlandino Greco, consigliere regionale.

 


Le condizioni di lavoro dei vigili del fuoco

 

«Uno stato di cose aggravato ancora di più dalla riprovevole situazione in cui sono costretti a lavorare e vivere i Vigili del Fuoco della nostra regione. Leggo con molto rammarico l’ultima lettera di denuncia e di sfogo inoltrata dal Corpo dei Vigili del Fuoco e con altrettanta preoccupazione osservo le molteplici situazioni paradossali e assurde che questa regione si trova, ormai quotidianamente, a subire e per le quali ancora non si riesce a trovare soluzione o per lo meno margine i danni.

 

Una condizione arrivata al collasso per scelte incomprensibili del governo che ha penalizzato corpi come quelli dei Vigili del Fuoco ma lo stesso vale il Corpo Forestale dello Stato, che al di là di circostante o problematiche, alcune senza dubbio condannabili, aveva la sua ragione e importanza di esistere soprattutto in contesti territoriali e geomorfologici come quelli della Calabria.

Scelte che emergono in tutta la gravità e scelleratezza in circostanze drammatiche come quelle che i nostri territori, questa terra sta vivendo nell’ultimo mese, fortemente in anticipo e a ritmi continuati rispetto agli altri anni».

 

La vicinanza ai vigili del fuoco

 

«Ho già espresso il mio pensiero e la mia vicinanza ai Vigili del Fuoco facendomi portavoce di una mozione in seno al Consiglio regionale, per la stabilizzazione dei cosiddetti “discontinui”, centinaia di operatori in Calabria che svolgono da anni le stesse funzioni dei loro colleghi a tempo indeterminato ma senza alcuna copertura e garanzie.  

Questa terra non ha bisogno di eroi, non vuole persone sacrificate al proprio dovere ma senza diritti, esige altresì che si faccia carico di tutelare le sue più grandi risorse riconoscendone la figura e il lavoro, di difendere il suo grande patrimonio naturalistico e altro, è necessario che sia pronta ad affrontare ciò che si trasforma inevitabilmente in emergenza, reclama una programmazione seria e a lungo raggio che miri a farsi carico di urgenze come quelle di questi ultimi mesi che stanno portando al collasso totale e di cui soltanto fra qualche mese avremo il resoconto dettagliato delle perdite. Un dispiegamento di uomini e forze che rasentano il sovraumano, mezzi irrisori rispetto all’esigenze, e ciò che oggi devo, dobbiamo leggere, sono le “scuse” dei Vigili del Fuoco per non riuscire ad essere presenti in ogni circostanza e rispondere alle infinite chiamate.

 

In qualità di consigliere regionale, di attivista di un Movimento “L’Italia del Meridione” (IDM), nato con l’idea e l’obiettivo di dare voce ai territori, di portare avanti le istanze delle comunità, di farsi carico degli abusi e dei soprusi che questa regione e il Sud in generale subisce, ahimè passivamente da decenni, sono io che chiedo “scusa” a questi uomini, alle comunità che si trovano costrette a vivere situazioni drammatiche come quelle delle ultime ore; la politica deve chiedere scusa per la sua inadeguatezza, per la sua assenza e impotenza che sta mostrando in alcuni contesti, scusa per quel “avremmo voluto, avremmo dovuto, avremmo potuto” (cit.).

 

Ma le scuse naturalmente, ed ora più che mai, non servono e non bastano e giunto il momento d’intervenire e di sostituire a quel “avremmo” un perentorio “dobbiamo” e il tempo di battere i pugni seriamente e a muso duro chiedere ciò che spetta di diritto e trovare soluzioni e non più giustificazioni alle problematiche. Questo è ciò che ha sempre mosso il mio agire politico ma da oggi sarà ancora più incisivo e risolutivo, questa regione, i calabresi, meritano un destino diverso!».

 

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