Tra Morra e Aiello è guerra aperta: tempesta di fuoco amico nel M5s

Il senatore sta conducendo una contro-campagna elettorale attaccando il “suo” candidato alla presidenza della Regione. Il deputato Forciniti: «Sta sabotando il Movimento»    

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di Enrico De Girolamo
16 gennaio 2020
11:31
M5s: Nicola Morra, Francesco Aiello, Laura Ferrara, Margherita Corrado
M5s: Nicola Morra, Francesco Aiello, Laura Ferrara, Margherita Corrado

Un disastro politico. A 10 giorni dalle elezioni regionali non può essere definito in altro modo il deflagrare della guerra nel Movimento 5 stelle, in corsa per la presidenza della Regione Calabria con un proprio candidato, il professore universitario Francesco Aiello.

 


Il docente Unical ieri è stato attaccato con parole durissime dal senatore Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, che dagli Usa, dove si trova per un viaggio istituzionale, ha definito «inaccettabile» la candidatura di Aiello, arrivando a sostenere che «rappresenta un messaggio di un certo tipo, che puzza di compromesso morale». Morra muove dalle recenti rivelazioni di stampa per le quali, tra i parenti del candidato designato, c’è un cugino, Luigi Aiello, ucciso nell’ambito di una faida mafiosa nel 2014.

 

Dal nuovo attacco, il docente universitario si è difeso strenuamente: «Meraviglia questa presa di posizione – ha detto nel corso di Pubblica piazza, la trasmissione di Pasquale Motta su LaC Tv – con Morra abbiamo condiviso diversi progetti. Sono la stessa persona di prima, una persona libera, non ho scheletri nell'armadio. Se tutto questo ragionamento viene fatto per logiche interne al M5s non mi riguarda».

 

Concetti poi ulteriormente sviluppati in un post: «A questo punto è evidente che il senatore non parla come presidente della commissione Antimafia, ma porta avanti una battaglia personale di cui dovrà spiegare il senso. Ho già detto che io non ho nascosto alcunché, non potendo rispondere per le colpe di un mio cugino morto 5 anni fa. Io sono sul territorio mentre tu, Morra, pontifichi da New York; io sono in trincea, tu sei scappato dal fronte calabrese e ignori le nostre denunce, i nostri sforzi e i nostri ragionamenti».

 

In suo soccorso è arrivato anche il deputato Francesco Forciniti, che ha parlato di volontà di «sabotare dall’interno il Movimento» e ha definito «grave infangare gratuitamente l'immagine di un accademico che fa divulgazione scientifica da 30 anni e ha scelto la via della legalità nella sua vita, facendo passare il messaggio che sia mafioso o che abbia a che fare con la mafia».
«È grave - ha continuato - provare a fare passare per riflesso il messaggio che il Movimento abbia a che fare con la mafia, mentre i veri mafiosi se la ridono perché verosimilmente potranno continuare a banchettare come sempre. È grave dedicarsi a consumare guerre di potere interne al Movimento mentre la Calabria affonda. Chi vuole davvero contrastare le mafie dovrebbe stare al fianco di queste persone, e non fargli la guerra».

 

L’ostilità del senatore nei confronti del docente universitario non è un fatto nuovo, anche se in passato non aveva mai mosso obiezioni specifiche legate alle sue parentele scomode. Circostanza che lo espone alle critiche di chi gli rimprovera di non aver parlato prima, soprattutto in considerazione del ruolo che riveste – quello di presidente dell’Antimafia - e delle informazioni alle quali in teoria ha accesso.

 

Ciò che per certi versi è decisamente inedito è che un attacco di questo tipo venga mosso a pochi giorni dalle elezioni, quando le candidature sono definitivamente cristallizzate.
Una sorta di campagna elettorale al contrario che denuncia le scarsissime ambizioni dei Cinquestelle, come d’altronde lasciavano intendere già Luigi Di Maio e Beppe Grillo all’indomani della votazione su Rousseau che decretò, contro il volere dei vertici, la partecipazione alle elezioni in Emilia Romagna e Calabria. In quell’occasione Grillo arrivò ironizzare sulla tornata elettorale imposta dai militanti, chiedendo agli elettori di «dare un voto al Movimento come se fosse un obolo di carità».

 

Carità che però neppure un big pentastellato come Morra è disposto a fare. Anzi, il suo è un vero e proprio appello a non votare per Aiello, che nel Movimento calabrese anima reazioni diverse.
Durissima quella dell’eurodeputata Laura Ferrara, che accusa Morra di voler distruggere il Movimento in Calabria: «Francesco Aiello – ha scritto sulla sua pagina facebbok - è il candidato dei 5s. Non ci sono indagini a suo carico, né precedenti penali. Il senatore Nicola Morra non dovrebbe usare il proprio ruolo e la visibilità che quella carica gli attribuisce, per portare avanti lotte intestine e distruggere il Movimento 5 stelle in Calabria. Continuando con una stigmatizzazione becera, si offende non soltanto il M5s ma tutto il territorio calabrese, al quale - così ragionando- non si concede nessuna possibilità di riscatto».


Di contro, le senatrici Margherita Corrado e Silvana Abate parteggiano per il presidente della Commissione antimafia e rimproverano Aiello per la sua replica: «Prendiamo le distanze, biasimandole, dalle parole scritte stasera dal prof. Aiello al presidente della Commissione bicamerale Antimafia. Sono parole dure e pesanti, poco rispettose di un'istituzione così importante come quella rappresentata dal senatore Morra».

 

Altra benzina sul fuoco la butta Alessia Bausone, candidata a consigliere regionale e aspirante “facilitatore regionale” (le nuove figure di coordinamento previste da Di Maio). «Nicola Morra in questa campagna sta interpretando il ruolo rappresentato da Voldemort nel fantasy di Harry Potter – afferma Bausone -. Non è un segreto della fede che il comitato di garanzia nazionale si affidi anche a lui per i controlli sulle liste e non vi erano assolutamente motivi regolamentari o di opportunità che potevano far accantonare una risorsa eccellente come Francesco Aiello. Non si comprende a quali logiche Morra stia soggiacendo con questo gioco disfattista che sicuramente farà comodo a qualcuno, ma non al M5s. Noi andiamo avanti come un treno, mentre lui si gode la Grande Mela, noi lottiamo per far grande la Calabria».

 

Infine, ciliegina su una torta che già sa di rancido, la lettera recapitata via mail nelle redazioni da parte di un sedicente gruppo di “attivisti calabresi” che chiede l’espulsione di Morra dal Movimento e le sue dimissioni dalla Commissione antimafia. La missiva, pervenuta da un indirizzo anonimo e senza firme, chiede che nei confronti del senatore vengano attivati i Probiviri perché «ha palesemente violato lo statuto dell’associazione Movimento 5 Stelle». «Le liste del M5S sono state controllate minuziosamente proprio da lui – si legge ancora nella mail -, quindi ogni notizia successiva è stata fatta uscire ad arte per una becera logica di lotta politica interna».
Insomma, una tempesta di fuoco amico incrociato che minaccia di disperdere anche gli “oboli” invocati da Beppe Grillo.


degirolamo@lactv.it

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