REGIONALI: LA CALABRIA PROPONE, MA ROMA DISPONE. IL DIKTAT DI BONACCINI (PD): ‘ SI VOTI A OTTOBRE’.

Dall’assemblea nazionale arrivano indicazioni abbastanza precise. Primarie si, ma voto a ottobre per evitare eventuali meline di fine legislatura. Magorno plaude, gli altri per ora tacciono.
16 giugno 2014
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ROMA -  Il Partito Democratico sembra aver mai intrapreso con decisione la strada che lo porterà alle primarie per la scelta del prossimo candidato alla guida della regione. In tal direzione, dall’assemblea nazionale del PD sono emersi in modo chiaro gli intendimenti della dirigenza di largo del ‘Nazareno’ per le prossime consultazioni al di qua del Pollino.

 


Addio al papa nero. In primis, il gotha della dirigenza democrat pare definitivamente abbandonato la pista del ‘papa nero’, il sogno proibito del premier Matteo Renzi, per evitare che si accendesse ulteriormente la conflittualità tra anime della compagine in una lotta perenne che ha già mietuto parecchie vittime. Ergo, si procederà con le primarie, come aveva chiarito Lorenzo Guerini già nella riunione apposita dello scorso giovedì.

 

Voto a Ottobre. In secundis, è emersa però la volontà di accelerare le operazione per evitare che una regione potenzialmente conquistabile - non solo per la legge dell’alternanza, ma anche a seguito delle note vicende che hanno segnato la controparte – rimanga vittima della melina che il centrodestra sta cercando di esercitare. Così dall’Hotel Ergife è partito lo squillo di tromba di Stefano Bonaccini: ‘in Calabria – ha esortato – si voti a ottobre per chiudere in fretta l’era Scopelliti’ che attende ancora il conseguente rullo di tamburi,  come dire, un segnale di ‘ricevuto’ dalla base del partito in Magna Graecia. Una base rimasta tutt’altro che ammaliata a quanto pare dal canto delle sirene saturnie. Ovviamente con la dovuta eccezione: quella del segretario Ernesto Magorno da sempre ossequiosissimo ai diktat romani.

 

La legittimazione dei vicesegretari. E le grane sono tutt’altro che finite per il leader del PD alla punta estrema dello stivale. L’inferno dei primi quattro mesi della sua gestione è destinato ad alimentarsi di nuove fiamme con l’arrivo dell’estate e non per ragioni climatiche. Presto, infatti, l’assemblea degli iscritti, sulla scia di quanto avvenuto a livello nazionale, potrebbe chiedergli di votare i vicesegretari che Magorno ha deciso di scegliere ‘ ex cathedra’. E le sorpresine, visto che il segretario non dispone di numeri bulgari potrebbero non mancare.   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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