Guerra delle universita’

Rende, il vicesindaco a favore della facoltà di medicina a Cosenza: «È ora di superare il provincialismo»

Annamaria Artese prende posizione nella polemica tra l'ateneo del capoluogo di regione e Arcavacata: «Chiusure che attanagliano menti troppo avulse al cambiamento. Dobbiamo prodigarci a moltiplicare e sostenere azioni sinergiche per lo sviluppo strategico della Calabria»

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di Antonio Clausi
23 settembre 2022
14:44
L’unical, nel riquadro Annamaria Artese
L’unical, nel riquadro Annamaria Artese

Il Comune di Rende rompe il silenzio ed interviene sulla polemica innescata nei giorni scorsi sull’ipotesi di arricchire l’offerta formativa dell’Unical con una facoltà di medicina e chirurgia. Idea che ha fatto sobbalzare la politica catanzarese e ad inscenare proteste plateali con l’utilizzo di una bara.

È il vicesindaco facente funzioni Annamaria Artese a ribadire quanto già espresso dall’assessore Lisa Sorrentino in occasione dei festeggiamenti per i 50 anni dell’Università della Calabria, ateneo che sorge proprio nel territorio rendese. «Dinanzi alle impellenti e gravose sfide economiche, sociali e ambientali di questo particolare momento storico - ha detto - si dovrebbe superare il provincialismo che attanaglia menti troppo avulse al cambiamento e prodigarsi a moltiplicare e sostenere azioni sinergiche per lo sviluppo strategico della nostra regione. Valorizzare le eccellenze presenti all’interno dell’ateneo di Arcavacata, così come di ogni università calabrese è fondamentale per avviare una progettazione che determini quel cambio di passo necessario a far crescere la nostra regione e a determinare la costruzione di un futuro più sostenibile»


Il concetto è chiaro e fa scopa con quanto espresso nei giorni scorsi non solo dal presidente del consiglio comunale di Cosenza, Giuseppe Mazzuca, ma anche dal segretario provinciale Pd Vittorio Pecoraro. Entrambi hanno stigmatizzato i toni e le preoccupazioni provenienti dal capoluogo, riconducendole a un inutile campanilismo. Quasi come se si trattasse di un derby tra rossoblù e giallorossi.  «Come municipalità - spiega ancora Artese - siamo e saremo sempre pronti a recepire la diffusione della conoscenza come contributo fondamentale al benessere collettivo e allo sviluppo economico, sociale e culturale delle comunità, prodotta nell'Università sul territorio».

«Con l’avvio del corso di laurea magistrale a Ciclo unico in Medicina e Chirurgia Td (Tecnologie digitali) all’Università della Calabria – prosegue il vicesindaco facente funzioni - si può determinare il cambiamento di rotta necessario a garantire il diritto costituzionale alla salute e di cura e quello all’istruzione, oggi ancor più minati da una crisi pandemica senza precedenti e da una vacatio politica evidente. Migliorare i servizi di assistenza alla cittadinanza significherebbe non solo per la provincia di Cosenza, ma per la Calabria coniugare innovazione e ricerca. La medicina si fa sul territorio: è l’organizzazione territoriale a fare la differenza e appare evidente come sia più che mai necessario garantire il diritto alla salute per i nostri cittadini implementando un’offerta sanitaria che trovi nei poli sanitari forza e sostegno. Solo così sarà possibile ridefinire l’offerta formativa, la ricerca, il servizio sanitario regionale: promuovendo il confronto e la cooperazione tra tutti gli attori dei territori, creando una rete in grado di valorizzare le competenze e le conoscenze in relazione ai bisogni dei cittadini, delle istituzioni, delle imprese, delle associazioni».

Annamaria Artese poi intende proiettarsi già al futuro. «Auspichiamo - dice - che non solo nell'emergenza, ma soprattutto nella normalità tale sinergia sia implementata. Bisogna avere una visione chiara sul futuro: c’è bisogno di un approccio condiviso, di dare risposte concrete ai cittadini, andare oltre le divisioni e le visioni miopi e populiste. Bisogna pensare a costruire il nostro futuro, aldilà dei nostri naturali mandati. Porre l’accento sul tema della istruzione e della salute pubblica quali diritti fondamentali e centrali nell’agenda politica regionale, significa riconoscere all’Unical un ruolo fondamentale nel contribuire ad affrontare i problemi che affliggono la Calabria, in questi anni minata dai continui commissariamenti e dal depotenziamento delle strutture sanitarie esistenti».

«Il corso di laurea in Medicina e tecnologie digitali – conclude nel suo intervento - è stato pensato come integrato alle nuove tecnologie legate all’ingegneria informatica e alla intelligenza artificiale: un campo questo dalle potenzialità massime. Non comprendere la portata e l‘importanza di tale opportunità significa condannare la nostra regione a rimanere ancorata a fondamentalismi da prima repubblica».

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