«Riace un modello credibile di integrazione, Cosenza sostenga Lucano»

Il gruppo Pd: «Le parole del sottosegretario Sibilia, non tengono conto del valore aggiunto che la cittadina porta alla soluzione dei problemi dell’immigrazione»

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8 agosto 2018
14:42

«L'amministrazione Comunale di Cosenza sostenga l'esperienza di Riace e del suo sindaco Mimmo Lucano». Queste le parole del gruppo Pd Comune di Cosenza. «Finora la Calabria ha avuto il grande merito di rappresentare, proprio grazie all’esperienza di Riace e del suo sindaco Mimmo Lucano, un modello credibile di accoglienza e integrazione per i migranti. A Riace e in tanti altri comuni della Calabria, grazie agli SPRAR, l’immigrazione non solo ha cessato di essere una emergenza ma è diventata una opportunità. Grazie ad essa piccoli comuni costretti a tagliare servizi per effetto dello spopolamento hanno potuto ricostruire su basi nuove la loro stessa identità comunitaria. Lo SPRAR, essendo gestito dai comuni impedisce, del resto, quei fenomeni degenerativi che spesso gli operatori privati hanno determinato nella gestione dei migranti. Riace è dunque un modello che deve continuare a vivere e ad operare».

«Le dichiarazioni, probabilmente frutto di difettosa informazione o di deformazione ideologica, pronunciate dal Sottosegretario Sibilia, non tengono conto del valore aggiunto che Riace porta alla soluzione dei problemi dell’immigrazione e quanto sia interesse di tutte le istituzioni democratiche di questo Paese sostenerlo ed espanderlo, altro che chiuderlo. Crediamo che anche il Comune di Cosenza, in forza della sua lunga e radicata cultura civile e democratica, debba far sentire la sua voce a sostegno di Riace e di Mimmo Lucano. Chiediamo pertanto al Sindaco Occhiuto, anche in ragione del suo incarico nell’ANCI, di attivare tutte le iniziative necessarie per sostenere la battaglia di Riace e, in generale, a sostegno degli SPRAR come modelli di accoglienza da incoraggiare ed espandere. Sostenere Riace oggi significa affermare una idea diversa di immigrazione, non più solo come emergenza ma accoglienza e integrazione in comunità aperte e democratiche, come sempre sono state Cosenza e la Calabria nella loro storia».


 

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