L’analisi

Sanità, Calabria bocciata per le cure essenziali. Gimbe promuove 14 regioni e avverte: «Divario Nord-Sud ormai strutturale»

Nonostante un aumento di oltre 30 punti nei Lea, secondo lo studio della Fondazione siamo penultimi e continuiamo a rimanere inadempienti in tutte le aree prese in considerazione: «Il ddl Calderoli sull'autonomia differenziata legittimerà normativamente le diseguaglianze»

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di Redazione
25 luglio 2023
11:23

Nel 2021 promosse 14 regioni «con l'Emilia-Romagna in testa; al Sud passano solo Abruzzo, Basilicata e Puglia, ma con i punteggi più bassi: il divario Nord-Sud per le cure essenziali è ormai strutturale e il ddl Calderoli sull'autonomia differenziata legittimerà normativamente le diseguaglianze». Su tutto pesa anche una «sanatoria» per la quale non sarebbe necessario definire i Livelli essenziali di prestazioni (Lep) «in quanto già esistono i Livelli essenziali di assistenza (Lea) che, nonostante la loro definizione nel 2001, il loro monitoraggio annuale e l'applicazione di piani di rientro e commissariamenti, di fatto non sono esigibili in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale». Queste le conclusioni dell'analisi della Fondazione Gimbe, a seguito della recente pubblicazione del “Monitoraggio dei Lea attraverso il nuovo sistema di garanzia” da parte del ministero della Salute.

«L'obiettivo - spiega il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta - è quello sia di stimare l'entità dell'attuale frattura Nord-Sud, sia di valutare resilienza e capacità di ripresa dei servizi sanitari regionali nel secondo anno della pandemia». Sottolineando che il 2021, come il 2020, è stato segnato dall'emergenza pandemica e che il monitoraggio dell'erogazione dei Lea è stato effettuato dal ministero della Salute solo a scopo di valutazione e informazione, senza impatto sulla quota premiale, la Fondazione Gimbe rileva come il punteggio totale «enfatizza ulteriormente il gap Nord-Sud: infatti, nei primi 10 posti si trovano 6 regioni del Nord, 4 del Centro e nessuna del Sud, mentre in fondo alla classifica si collocano, ad eccezione della Valle D'Aosta, solo regioni del Sud».


E così rispetto al 2020 le regioni adempienti nel 2021 salgono da 11 a 14: Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto. Tre regioni diventano adempienti: Abruzzo, Basilicata e Liguria. Rimangono inadempienti 7 regioni: Campania, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano e Sicilia con un punteggio insufficiente in una sola area; Sardegna con un punteggio insufficiente in due aree; Calabria e Valle D'Aosta insufficienti in tutte le tre aree.

Focus Calabria

In Calabria, nel 2021, «il punteggio totale degli adempimenti della regione ai Livelli essenziali di assistenza, ovvero le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale eroga gratuitamente o tramite il pagamento di un ticket, è di 160 (punteggio massimo 300)», riferisce Gimbe.

Secondo l'analisi, la Calabria «si posiziona penultima tra le regioni e province autonome ed è risultata inadempiente secondo il Nuovo sistema di garanzia con un punteggio insufficiente in tutte e tre le aree monitorate (prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale ed assistenza ospedaliera). Rispetto al 2020, nel 2021 i punteggi della Regione sono tuttavia migliorati (+30,6)».

«In dettaglio - riporta Gimbe - dalla valutazione dei 22 indicatori del Nuovo sistema di garanzia, suddivisi in tre aree (prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale ed assistenza ospedaliera), la Regione si colloca: 21ma per l'area della prevenzione; 21ma per l'area distrettuale; 19ma per l'area ospedaliera».

Punteggi migliorati ma...

Fatta eccezione per Sardegna e Valle d'Aosta che nel 2021 hanno peggiorato le proprie performance, in tutte le altre regioni dopo lo stress test del 2020, i punteggi Lea sono aumentati, seppur in maniera differente, secondo l'analisi Gimbe. In Basilicata, Liguria, Lombardia e Calabria di oltre 30 punti; nella Provincia Autonoma di Bolzano, Molise, Abruzzo, Campania tra 20 e 30 punti; in Umbria, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Marche tra 10 e 19 punti; in Piemonte, Lazio, Provincia Autonoma di Trento, Sicilia, Emilia-Romagna, Veneto e Puglia di meno di 10 punti.

In base al Nuovo sistema di garanzia (Nsg), ricorda Gimbe, tre le aree a cui viene attribuito il punteggio: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. In ogni area le regioni possono ottenere un punteggio tra 0 e 100 e vengono considerate adempienti se raggiungono almeno 60 punti in tutte le tre aree.

Relativamente all'impatto della pandemia sui tre macro-livelli assistenziali, considerando tutto il territorio nazionale, secondo l'analisi della Fondazione Gimbe, nel 2021 si registra un netto miglioramento nell'area della prevenzione (+159 punti) e nell'area ospedaliera (+135 punti); al contrario l'area distrettuale nel 2021 fa rilevare un lieve peggioramento (-16 punti).

Il netto miglioramento nell'area della prevenzione, evidenzia infine Cartabellotta «non è sufficiente a colmare il crollo (-263 punti) registrato tra il 2019 e il 2020 sia per gli esigui investimenti in quest'area, sia perché il già scarso personale in forza ai dipartimenti di prevenzione è stato impiegato in prima linea nella campagna vaccinale».

 

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