VIDEO | In una zona riservata ed accessibile dell’ospedale è stata inaugurata la termoculla. È la seconda in Calabria, dopo quella di Cosenza
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Una volta erano gli “esposti”, sistemi circolari in cui le donne o chi per loro mettevano i bambini dalla strada in contenitori che girando li portavano all’interno di chiese o luoghi di accoglienza. La pratica di sbarazzarsi dei piccoli (per diversissime ragioni) risale com‘è noto all’antica Grecia. Per fortuna non si è ancora persa la sensibilità di preservare le creature più indifese in assoluto da tragica sorte ed oggi, dopo un fermo di diversi decenni, si sta diffondendo la cultura dei punti ospedalieri in cui i neonati vengono portati ed immediatamente curati.
In Calabria, dopo quella di Cosenza, nel pomeriggio di oggi è stata attivata all'ospedale di Lamezia Terme una seconda culla per la vita.
I nuovi abbandoni
«Si tratta di una termo-culla di ultima generazione – dice al nostro Network LaC la pediatra Mimma Caloiero, direttrice del dipartimento materno-infantile dell’Asp di Catanzaro – con tutti i monitor, è un locale sicuro riscaldato con appositi allarmi collegati alla neonatologia e la telecamera inquadra solo le mani di colle che deposita il bambino, dopodiché solo dopo che questa persiana viene chiusa il personale della neonatologia può correre e prendere il bambino e portarlo in sicurezza».
Di abbandoni se ne registrano pochissimi, in aumento invece un'altra tipologia. «Si, quello delle donne che mettono al mondo i figli e poi si rendono conto che hanno troppe difficoltà per crescere questo bambino. Infatti di abbandoni veri e propri se ne registrano al massimo uno all’anno».
Obiettivi concentrici


Nella affollatissima sala Ferrante del Giovanni Paolo II ci sono i vertici delle autorità militari, la garante dei diritti del malato della regione Stanganelli, il sindaco Mascaro, la presidente Soroptimist Pileggi che ha coadiuvato il progetto, il prefetto De Rosa, e naturalmente il ‘padrone di casa’, il commissario Asp.”Un giorno bello che consegna alla comunità un messaggio di accoglienza – ci dice il generale Antonio Battistini – un messaggio di apertura dell'ospedale a tutta la comunità lametina, a tutta la comunità della provincia di Catanzaro, che questo è un posto che accoglie, che questo è un posto che cura e che quindi ci si rivolga qui con fiducia ma anche con rispetto di chi si mette al servizio degli altri.”
Scienza e fede a braccetto
Presente anche la Chiesa locale: «La speranza è quella culla possa restare inutilizzata – dice monsignor Serafino Parisi, vescovo di Lamezia – perché ogni mamma possa avere la consapevolezza di tenere una vita; se dall'altra parte non sarà così, allora comunque si tratterà di un grande passo di civiltà perché la vita umana non va mai abbandonata».
Sono ore di grande trepidazione in attesa della fatidica fumata ma iniziative del genere testimoniano la vicinanza reale della Chiesa nei confronti degli ultimi. «In nessuna sede vacante c'è sempre questa continuità – conclude mons. Parisi – che ci spinge ad andare avanti con la forza della vita e per favorire sempre la vita umana».