Eventi in Calabria

A Polistena torna il teatro: lo spettacolo Il Leviatano dissacra la stupidità degli anni novanta

VIDEO | Nuova stagione per la Residenza artistica della Piana, che quest'anno recupera 4 rappresentazioni saltante nei mesi delle restrizioni anti-Covid  

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di Agostino Pantano
14 dicembre 2021
18:44

Entra nel vivo il cartellone della Residenza artistica della Piana, a Polistena, grazie all’ecclettismo degli attori delle compagnie Confraternita del Chianti e Carmentalia. Alessia Sorbello, Andrea Trovato e Giulio Forges Davanzati hanno portato in scena Il Leviatano, per la regia di Marco di Stefano, dimostrandosi oltre che bravi attori anche provetti musicisti, cimentandosi con un lavoro che ha miscelato – con il sottofondo dell’ironia – diverse modalità artistiche.

Teatro e concerto, quindi, coerentemente con la produzione annuale offerta dal direttore artistico Andrea Naso – con il cartellone chiamato non a caso Sensi” – mai come quest’anno, dopo le restrizioni della pandemia, filo conduttore di «una proposta al territorio delle novità del teatro contemporanea».


La Residenza, ovvero la modalità finanziata dal ministero in cui attori provenienti da tutt’Italia offrono alle cittadine che li ospitano il loro talento anche al di là del tempo della messa in scena, quest’anno ha voluto recuperare anche le collaborazioni saltante nei mesi delle restrizioni più dure – 4 spettacoli messi in agenda fino alla conclusione del ciclo – scoprendo il valore di una collaborazione anche con la cooperativa Kairos che gestisce il cartellone di Pizzo Calabro.

Il Leviatano, prendendo spunto dall’omonima opera letteraria dello scrittore Paul Auster, rappresenta una sorta di comica psicanalisi di un epoca – gli anni novanta del secolo scorso – bersagliando la cultura americana di ritorno e dissacrando le esagerazioni di un’intera generazione che guardava alle mode musicali del tempo considerandole come dei veri e propri oracoli trasgressivi. Alla fine, prendendo spunto da due fatti di cronaca avvenuti in america nel 1995, gli attori hanno fatto riflettere su quella che loro stessi hanno definito «stupidità della creduloneria». 

Giornalista
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