Proprio nel luogo in cui avvenne l'omicidio, istituzioni e cittadini si sono dati appuntamento per ricordare il sacrificio dei due carabinieri, mentre al Tribunale di Reggio Calabria si tiene un processo contro i presunti mandanti
‘Ndrangheta stragista, il pentito Villani chiede pietà ai familiari delle vittime e rivela: il capo di cosa nostra fu garante della pax mafiosa a Reggio. Le visite a casa Filippone e quel progetto diventato spietato: i carabinieri dovevano finire giù dal guardrail
Entra nel vivo il processo, che si sta celebrando a Reggio Calabria, per l'omicidio dei carabinieri Fava e Garofalo. Episodio che, secondo l'accusa, avvenne nel contesto della strategia stragista di cosa nostra e 'ndrangheta contro lo Stato. Ieri, dalle deposizioni è venuto fuori un quadro più chiaro sul ruolo della Falange armata, sigla di rivendicazione di numerosi attentati
Omicidio Fava-Garofalo, dalla deposizione dell’ispettore Briguglio, emerge il ruolo della madre del killer Calabrò. La famiglia era informata dell’inchiesta, grazie alle conoscenze del “Monaco”. Ma chi è? L’imputato: «Sono io»
Omicidio Fava-Garofalo, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, il presunto mandante si dichiara innocente e nega qualsiasi responsabilità. Ma, incalzato, ammette l’incontro con Villani: «Era preoccupato». Il pm: «Dato enorme»
Al via oggi il processo ai presunti mandanti del duplice omicidio dei carabinieri Fava e Garofalo. I parenti delle vittime: «Chi ha sbagliato deve pagare»
I due sono accusati di essere tra i mandanti degli agguati compiuti in Calabria ai danni tre pattuglie dei carabinieri nei primi anni '90. Il processo inizierà il prossimo 30 ottobre
Giuseppe Calabrò, autore dell’omicidio Fava-Garofalo, terrorizzato davanti ai pm: prima mente, poi piange a dirotto e racconta una verità taciuta per 23 anni
Giuseppe Calabrò, autore dell’omicidio Fava-Garofalo, terrorizzato davanti ai pm: prima mente, poi piange a dirotto: «Mi uccidono, devo andare via». E racconta una verità taciuta per 23 anni
È quanto emerge dall’inchiesta che ha portato all’arresto dei mandanti degli efferati omicidi dei due appuntati. Cruciali le dichiarazioni di alcuni pentiti
È quanto emerge dagli atti relativi all’inchiesta che ha portato all’arresto di Filippone e Graviano ritenuti i mandanti degli omicidi di Fava e Garofalo che vanno a collocarsi «nel contesto della strategia stragista che ha insanguinato il Paese nei primi anni 90'»
I due appuntati furono brutalmente uccisi il 18 gennaio del 1994 nei pressi dello svincolo di Scilla. Eseguite due ordinanze di custodia cautelare in carcere. In corso anche numerose perquisizioni in diverse regioni d’Italia
Il 18 gennaio è stato celebrato l’anniversario dell’omicidio dei carabinieri Fava e Garofalo, uccisi a Scilla. Due condanne definitive non bastano a raccontare tutta la verità. Dietro il delitto c’è la strategia del terrore di Cosa Nostra che si lega alla Calabria