Mare sporco

Tirreno cosentino, chiazze marroni e bollicine lungo tutta la costa rovinano la fuga dal caldo di calabresi e turisti

Brutta sorpresa questa mattina per gli aspiranti bagnanti della domenica: una striscia di dubbia provenienza ha impedito a chi era sceso in spiaggia di trovare un po' di ristoro dalle alte temperature che stanno infuocando la nostra regione

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di Antonio Clausi
23 luglio 2023
13:07

Droni, analisi in laboratorio, lotta senza quartiere al mare sporco e agli scarichi abusivi. Succede però che, appena le acque sono leggermente mosse, la lunga chiazza marrone e le bollicine rovinano i piani dei vacanzieri. In questo caso della domenica. Gente che è stanca di non poter godere delle bellezze della Calabria a causa di decenni di mala gestione. I pessimisti ritengono che nulla ormai potrà migliorare.

Cronaca di una purtroppo comune giornata di fine luglio in cui le imprecazioni non hanno avuto soluzione di continuità da nord a sud del Tirreno cosentino. Il mare sporco ha reso impossibile garantirsi un minimo di ristoro sotto i 40 gradi che hanno infuocato il litorale. Le spiagge, piene, hanno trovato una brutta sorpresa fin dalle prime ore della giornata. Segnalazioni dell’odiata striscia sono comparse sui social già intorno alle 8.30, indice che la domenica sarebbe stata delle peggiori.


Fino alle 12.30 circa erano pochissime le eccezioni. Le acque del Tirreno cosentino, leggermente mosse, hanno riportato a riva le classiche bollicine in alcune zone, mentre in altre aree c’erano vere e proprie chiazze. «Chiazze di sporcizia» hanno detto praticamente all’unisono gli aspiranti bagnanti. Tutti, hanno visto naufragare sul nascere l’idea di trascorrere serenamente il fine settimana a margine di sei giorni di duro lavoro. I più penalizzati sono stati i bambini, a cui i genitori non hanno dato il permesso di fare il bagno. I più permissivi hanno limitato il raggio di azione dei figli sul bagnasciuga.

Diverso il discorso per chi era munito di barca o anche solo di un gonfiabile. Allontanandosi dalla riva ha trovato ad una cinquantina di metri di distanza il luogo ideale per fare un tuffo. Ma, giusto evidenziarlo e ribadirlo a chi dovrebbe controllare e prevenire, è un privilegio di pochi. Pochissimi.

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