Il ricordo

Cosenza, dieci anni senza Alessandro Bozzo: il giornalista di razza che disse addio alla vita

La drammatica storia del cronista morto suicida all'età di 40 anni ha acceso un faro sulle mille sfumature di un mestiere affascinante ma spesso difficile e frustrante. Il gesto estremo non ha offuscato, anzi ha ulteriormente valorizzato, un percorso professionale segnato da impegno, coraggio, intransigenza e rispetto dei diritti. In programma una serie di iniziative in suo ricordo

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di Redazione
7 marzo 2023
12:03
Alessandro Bozzo in redazione
Alessandro Bozzo in redazione

Cosenza si prepara a ricordare, a dieci anni dalla sua scomparsa, il giornalista Alessandro Bozzo. Era il 15 marzo del 2013 quando il cronista originario di Marano Principato appena quarantenne decise di mettere fine alla propria vita, piegato dal peso di un'esistenza diventata per lui ormai insopportabile. Aveva dato tutto al giornalismo con coraggio e intransigenza, senza tentennare neanche un attimo davanti alle intimidazioni che non avevano tardato ad arrivare.

In cambio, però, aveva ricevuto poco, troppo poco: precariato, stipendio da fame, senza contare le pressioni psicologiche, al limite del mobbing, da parte di chi pretendeva di guidare la sua mente e la sua penna. Lasciare questa terra, a pochi giorni dall'arrivo della primavera che è segno di rinascita e nuova luce, dovette sembrargli l'unica via di fuga, il sollievo e la pace a lungo inseguiti. E così uscì di scena in silenzio, lasciando familiari, amici, colleghi nel dolore più profondo. É diventato un simbolo, Alessandro, e il suo ricordo, da quel momento in poi, ha dato forza alle lotte di chi quel mestiere ha continuato a esercitarlo, sia pur tra mille ostacoli e difficoltà. E ora che è trascorso un decennio da quel gesto drastico, dirompente e di protesta, arriva il momento di parlare di lui, trasformando la memoria in riflessione e insegnamento per il futuro.


Questo il programma delle iniziative in programma. Si parte domenica 12 marzo a Marano Principato, luogo in cui il giornalista si tolse la vita: alle 18 nell’auditorium del centro di aggregazione giovanile “Cesare Baccelli”, l’attore Salvo Piparo e il musicista Michele Piccione metteranno in scena la pièce "Volevo solo fare il giornalista", la storia di Alessandro Bozzo tratta dal libro Quattro centesimi a riga (ed. Zolfo, 2022) di Lucio Luca, giornalista de La Repubblica che da anni segue il caso Bozzo. Mercoledì 15 marzo ci si sposterà a Cosenza per un’intera giornata che prenderà il via alle 10 a Villa Rendano con le scuole superiori cittadine, mentre alle 17 il museo dei Bretti e degli Enotri ospiterà un dibattito a più voci sulla libertà di stampa e su temi che, dopo un decennio, restano ancora attualissimi: dal precariato alle ingerenze della politica nel lavoro delle redazioni, dalle querele temerarie al futuro dell’informazione.

La mattina, dopo i saluti di Walter Pellegrini, presidente della Fondazione Attilio e Elena Giuliani, e di Franco Mollo in rappresentanza del Circolo della Stampa “Maria Rosaria Sessa”, con l’autore Lucio Luca dialogheranno la consigliera comunale di Cosenza con delega alla Cultura, Antonietta Cozza, e l’assessore alla Cultura di Marano Principato, Lia Molinaro: con loro Marianna Bozzo, sorella di Alessandro, e i giornalisti Rosamaria Aquino ed Eugenio Furia. In platea gli studenti del liceo scientifico “E. Fermi” di Cosenza, del Polo scientifico Brutium, delle scuole secondarie di Marano Principato e dell’istituto comprensivo di Cerisano che hanno letto e avviato una riflessione sul libro “Quattro centesimi a riga”.

Nel pomeriggio, invece, il sindaco di Cosenza Franz Caruso aprirà facendo gli onori di casa, seguiranno i saluti del suo omologo principatese, Pino Salerno, e di Raffaele Zunino in rappresentanza del Circolo della Stampa “Maria Rosaria Sessa”. Moderati da Antonietta Cozza, accanto a Lucio Luca, Marianna Bozzo e Rosamaria Aquino interverranno Francesco Graziadio, consigliere comunale, e la presidente dell’Istituto Studi Storici Francesca Lena. Le due giornate ospitate tra Cosenza e Marano principato saranno un modo per celebrare i cinquant’anni di Alessandro e ribadire che il suo esempio non deve essere dimenticato.

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