Tema caldo

Casa Sanremo, un libro sui femminicidi per demolire ogni alibi di “quei bravi ragazzi che uccidono”

Scritto dall’avvocato calabrese Cataldo Calabretta e dalla giornalista Vittoriana Abate non cede ad alcuna romanticizzazione dei colpevoli perché in questi casi si parla solo di possesso e violenza

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di Redazione
13 febbraio 2024
10:49

“Sulla pelle e nel cuore. Quei bravi ragazzi che uccidono”, scritto da Vittoriana Abate e Cataldo Calabretta, edito da Graus Edizioni, è stato presentato in anteprima a Casa Sanremo. Il saggio si propone come un’analisi puntuale e denuncia accorata di un fenomeno dilagante e devastante. La prefazione è stata curata dall’onorevole Martina Semenzato, Presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta su Femminicidio e violenza di genere. Vi è la necessità di mantenere alta l’attenzione su un’emergenza che continua a mietere vittime in modo inaccettabile. L’aumento esponenziale dei casi ha suscitato clamore e riflessioni, spingendo alla scelta di questo termine per sottolineare l’urgenza di affrontare la questione in maniera sempre più incisiva.

Cronaca di tante stragi

«L’intento è quello di offrire una prospettiva critica del fenomeno in tutti i suoi aspetti per poter avviare un dialogo costruttivo sull’argomento -ci dice Calabretta -. Con il nostro saggio vogliamo dimostrare che quello che accomuna le tragiche storie di queste donne è proprio l’iter criminoso: la donna che soccombe in un vortice malsano di violenza, in cui viene trascinata. Uccisa da chi dovrebbe rappresentare per lei un sostegno, una protezione. Nessun raputs di follia improvvisa. Nella maggior parte dei casi l’omicidio è l’ultima, inqualificabile, azione di un disegno criminale premeditato».


La giornalista Vittoriana Abate e l’avvocato Cataldo Calabretta conoscono molto bene l'argomento, avendo approfondito per Raiuno molti tra i casi di cronaca nera più noti d’Italia. I due autori non permettono nessuna romanticizzazione per i colpevoli, nessun’indulgenza legata a ragioni sentimentali, che possa erroneamente giustificare quello che di fatto è un omicidio di genere, che si radica nella cultura del possesso. Un possesso che troppo spesso viene giustificato, sottovalutato e ignorato.

Come si legge nell’introduzione al testo di Vittoriana Abate, bisogna “saper cogliere i primi segnali, senza sottovalutare neanche una spinta, perché uno schiaffo non è solo un colpo al viso. È un gesto che rappresenta un fortissimo abuso, una volontà di ferire il corpo e di insultare l’anima”.
“Dal 2019”, ricorda l’avv. Cataldo Calabretta “c’è una legge denominata Codice Rosso rafforzata con le norme varate nel 2023 indispensabili per rinvigorire sia gli strumenti di prevenzione sia quelli di protezione delle donne nei casi di violenza domestica, stalking e maltrattamenti. Lo Stato ha fatto una scelta: la violenza contro le donne non è più un reato minore”

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