L’iniziativa

Quartieri abbandonati a Corigliano-Rossano, l’associazione Ratake fa rivivere il centro storico

VIDEO | Il sodalizio guidato dal presidente Ratti punta a valorizzare le zone dimenticate e contrastare il fenomeno dello spopolamento

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di Matteo Lauria
21 dicembre 2022
17:08

Politiche di rilancio dei centri storici in mano all'associazionismo. In campo piccole ma significative iniziative, utili ad accendere i riflettori in aree tenute nel degrado, gradualmente abbandonate dai residenti e un tempo luoghi frequentati, ricche di storie e di vicissitudini. Le festività del Santo Natale si rivelano utili per riscoprire quartieri relegati alla solitudine di chi vi abita, come la zona di Via Rupe San Giovanni, colpita dall’incredibile fuga di chi è li cresciuto. Strutture fatiscenti si, ma vicoli suggestivi e affascinanti. Qui l’associazione Retake ha inteso dare avvio a un itinerario natalizio partecipato da tanti cittadini del posto e dell’hinterland che hanno avuto modo di riscoprire siti ai più sconosciuti.


Il presidente dell’associazione Francesco Ratti ha sottolineato gli obiettivo dell’agire di Retake, ossia, recuperare e rilanciare le aree tenute in condizioni fatiscenti «che possono tornare al centro dell’attenzione mediante l’organizzazione di iniziative natalizie con la partecipazione di tutti, un vero e proprio addobbo collettivo». Ratti si dice soddisfatto dei risultati raggiunti e si richiama, con note di merito, ai tanti residenti che «con volontà resistono e si ostinano ad abitare in aree depresse e di sentirsi parte della cittadinanza attiva». 

Via Rupe San Giovanni è stata dotata di addobbi natalizi, presepi, luci, e voglia di far sentire le festività. Gli addobbi istallati sono il risultato di doni natalizi in disuso. Un lungo percorso fra vicoli, piazze, vecchie fontane. Un quartiere finalmente illuminato e attenzionato dalla comunità. Occorre combattere il fenomeno dello spopolamento, ma il vero lavoro di trascinamento spetta all’amministrazione comunale:«Un ruolo importante lo rivestono i cittadini che dovrebbero spontaneamente riscoprire luoghi dimenticati attraverso iniziative inclusive. Immagino la ristrutturazione, acquisto e locazioni di vecchi immobili al fine di rendere appetibili queste zone e riposizionarle nel mercato. E da qui trascinare gli attori istituzionali a cui spetta il compito di dover recuperare fattivamente le aree interessate innescando un processo di riscoperta valoriale, fisica e abitativa».   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giornalista
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