Emergenza umanitaria

In Calabria i profughi ucraini trovano accoglienza nelle famiglie: su 3mila arrivati solo il 3% alloggia nei Cas

La solidarietà ha spinto molti calabresi ad aprire le proprie porte. Nella maggior parte dei casi chi è fuggito dal conflitto ha trovato ospitalità in abitazioni private. I dati per ogni provincia (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
6 aprile 2022
07:00

Nel contesto della crisi umanitaria aperta dal conflitto che si sta combattendo alle porte dell'Europa anche la Calabria sta facendo la sua parte. Fin dallo scoppio della guerra in Ucraina i calabresi hanno infatti mostrato la loro solidarietà avviando raccolte fondi, di indumenti e generi di prima necessità oltre che di farmaci inviati a sostegno della popolazione civile. 

L'accoglienza in Calabria

Ma la solidarietà si è espressa anche nella forma dell'accoglienza. I calabresi hanno infatti aperto le porte a chi è riuscito a fuggire da un futuro incerto e dagli orrori della guerra. Secondo l'ultimo aggiornamento fornito dalla Protezione Civile, sono oltre tremila (3.291 per la precisione) i rifugiati giunti in Calabria ad ormai oltre un mese dall'inizio del conflitto. A vigilare sui flussi innanzitutto le prefetture ma a coordinamento degli arrivi è stata appositamente istituita anche una unità di crisi in Regione. 


Per provincia

È la provincia di Cosenza a far registrare la più massiccia presenza di rifugiati, qui sono stati registrati ben 1.472 arrivi di cittadini ucraini. Immediatamente alle sue spalle la provincia di Reggio Calabria, dove sinora si sono registrati 644 arrivi, poi la provincia di Catanzaro con 445 presenza e, infine, le province di Vibo Valentia e Crotone con rispettivamente 381 e 349 arrivi.

In famiglia

Tuttavia, solo una minima ha trovato sistemazione dei Cas, allestiti su impulso delle prefetture nelle cinque province calabresi. Secondo alcune stime fornite dalla Protezione Civile, solo il 3% del totale è stato avviato nei centri di accoglienza. Al contrario, la maggior parte dei rifugiati è stato accolto in alloggi privati o ha trovato sistemazioni in famiglie. In molti casi infatti chi è riuscito a fuggire si è ricongiunto a parenti, già residenti in Calabria.

Giornalista
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