Il magistrato della Dda reggina “interrogato” dai liceali. «Lasciare questa terra significa lasciare spazio alla ‘Ndrangheta»
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È tra i magistrati italiani più impegnati da anni nel contrasto alla ‘Ndrangheta con indagini che hanno fatto luce su molti importanti momenti della nostra storia nazionale. A confrontarsi con gli studenti del liceo “Zaleuco” di Locri è stato Giuseppe Lombardo, procuratore della distrettuale antimafia di Reggio Calabria, il quale, incalzato dai ragazzi, ha parlato del fenomeno criminale, del suo radicamento nella Locride.
«La ‘Ndrangheta qui ha una componente comportante e in questo momento è tra le organizzazioni criminali più importanti al mondo - ha detto il magistrato originario di Monasterace - La Locride ha il territorio con la più alta densità mafiosa di Europa e questo è un dato che dobbiamo cancellare.
La Locride ha però un altro triste record, quello di essere il territorio più povero d’Europa. La Locride in cui sono cresciuto io 40 anni fa era più povera e più fragile di ora. A voi dico: lasciare questa terra significa lasciare spazio ai mafiosi. Il vero strumento antimafia siete voi».
L’Italia ha la legislazione antimafia più evoluta al mondo per la sua capacità straordinaria di contrasto. Non basta essere tecnici del diritto, ma vanno considerati altri fattori. Senza entrare nel merito della riforma della giustizia, Lombardo si augura che «si possa continuare a decidere se fare il giudice o il pubblico ministero. Io scelsi di fare il pm in Calabria perché non avevo intenzione di lasciare la mia terra di origine e perché ero convinto che questa terra avesse bisogno principalmente dei calabresi».
Come fermare lo spaccio di cocaina? «Un grammo di cocaina costa 90 euro. Il più grande strumento antimafia è la forza di dire no, che non deve essere lasciata al singolo individuo».
Per Lombardo ventotto anni di carriera in magistratura di cui 20 dedicati alla lotta alla ‘Ndrangheta. «Quale è l’indagine a cui sono affezionato? È l’indagine che non si ferma, perché l’investigazione va oltre il singolo fatto, e noi siamo chiamati a dare risposte ampie».
Sui rischi della professione Lombardo davanti alla platea dei liceali è sincero: «Sappiamo di rischiare, ma sappiamo di svolgere un ruolo importante. Il nostro non deve essere un lavoro inutile. Quando andavo a scuola io, nella stagione dei sequestri di persona, non ho mai incontrato una voce che parlasse di antimafia. Un incontro come quello di oggi non c’è mai stato. Il mio lavoro serve a voi, non a me. Dovete esprimere il vostro dissenso con attenzione e consapevolezza».
Tra le tante domande rivolte al procuratore, una riguarda il contrasto allo spaccio di cocaina. «Un grammo di cocaina costa 90 euro - ha rimarcato Lombardo - Il più grande strumento antimafia è la forza di dire no, che non deve essere però lasciata al singolo individuo».
Ma come fanno i ragazzi ad uscire dai contesti criminali? «Nessuno di noi è in grado di dare risposte - ha ammesso - Oggi c’è il progetto “Liberi di scegliere”, il messaggio più bello che mi sento di inviare a tutti voi».
Nel corso del confronto uno studente ha chiesto lumi al magistrato i motivi dello stop al cantiere del nuovo palazzo di giustizia di Locri? «Se così si agevolano le mafie? Ci muoviamo in un territorio complesso - ha risposto Lombardo - È inaccettabile non avere la forza di completare un’opera pubblica. Le interdittive antimafia servono, ma dobbiamo trovare le risorse per dare delle risposte dei cittadini».


