Con il punteggio di 88 punti, l’apposita commissione giudicatrice del Comune di Vibo Valentia ha assegnato all’associazione Ama Calabria di Lamezia Terme l’incarico di curare l’allestimento della Stagione teatrale 2025-2026 del nuovo teatro di Moderata Durant.

Sarà dunque lo storico sodalizio, fondato il 1° settembre del 1978, ad assumere l’onore e l’onere di gestire per i prossimi sei mesi la struttura culturale in via di riapertura dopo la falsa partenza del 14 febbraio 2024, quando, all’indomani del taglio del nastro voluto dall’allora sindaca Maria Limardo, andò in scena la prima e unica rappresentazione con lo spettacolo allestito dal duo comico Ale e Franz per celebrare i 30 anni di carriera. A pochi giorni da quella pièce, lo stop imposto dai Vigili del fuoco che negarono il collaudo a causa di una vernice ignifuga… scaduta. Il resto è storia nota e ora si prova a ripartire da un primo vero cartellone.

Valutazione delle esperienze pregresse

L’incarico al nuovo gestore sarà comunque temporaneo e limitato alla stagione teatrale corrente, in attesa di un ulteriore bando attraverso il quale si procederà ad un’assegnazione per un periodo più lungo. La proposta di Ama Calabria ha convinto la commissione guidata dal dirigente e segretario generale del Comune, Domenico Libero Scuglia, ed ha avuto la meglio su quelle presentate da altri sette operatori culturali, totalizzando come detto 88 punti. 85 quelli assegnati dalla somma della valutazione delle diverse competenze prese in esame, all’associazione Altrove Cantiere culturale e al Centro teatrale meridionale, 79 punti per Cromatica/Dracma, 78 per la proposta dell’operatrice culturale e direttrice artistica Maria Teresa Marzano, 62 per Bat17, 46 per Veipo Cam e 22 per Il delfino. A prevalere, dunque, è l’associazione che già gestisce le stagioni teatrali del Grandinetti di Lamezia Terme e del Comunale di Catanzaro, nonché la rassegna Amamusica Calabria giunta alla sua 48esima edizione, e di cui è direttore artistico il maestro Francesco Antonio Pollice, da poco chiamato a dirigere anche il Conservatorio di musica Fausto Torrefranca di Vibo Valentia, subentrando allo stimato maestro Vittorino Naso.

Perplessità e criteri

La pubblicazione della graduatoria finale ha inevitabilmente acceso un dibattito più o meno sotterraneo tra gli addetti ai lavori, alcuni dei quali hanno manifestato perplessità sui criteri di valutazione che hanno concorso alla definizione della graduatoria finale, specie per il capitolo “esperienze pregresse” e “originalità” della proposta artistica. Ciò al di là della riconosciuta e innegabile esperienza ultradecennale dell’associazione vincitrice del bando. Fin qui tutto nella norma, come in ogni selezione pubblica che si rispetti. Ma a gettare un sasso nello stagno, provando ad innescare un dibattito sull’“ecosistema culturale vibonese”, è l’operatore che si è classificando al secondo posto: l’associazione Altrove Cantiere culturale che, a differenza di Ama, ha visto i natali appena un anno e un mese fa. La stessa associazione che la scorsa estate ha promosso la rassegna di stand up comedy “Chi c***u… t’arridi e che a dicembre porterà in scena a Palazzo Gagliardi un inedito allestimento de Il Canto di natale di Charles Dickens.

Il direttivo dell’associazione, esprimendo soddisfazione per il risultato raggiunto nonostante la brevissima esperienza nel settore, ha affidato ad un video social e ad un comunicato le sue osservazioni e cinque interrogativi.

La nota di Altrove

«Nel ringraziare la commissione valutatrice e l’Amministrazione comunale per la solerzia e l’impegno nel voler procedere ad avviare i lavori del teatro - si legge nell’intervento -, cogliamo l’occasione per proporre degli spunti di valutazione e dialogo circa la presente selezione ed eventuali future. Non si tratta di critiche o polemiche nel merito di “chi è più bravo”, ma crediamo sia opportuno interrogarsi sull’idea di ecosistema culturale che si vuole costruire attorno all’esperienza teatro».

Valutazione delle esperienze pregresse

«Il primo punto della tabella valutativa di cui all’avviso di manifestazione di interesse valuta le esperienze pregresse dell’ente, nella gestione di teatri e/o sale multifunzionali e/o realizzazione di programmazioni, rassegne o festival a carattere annuale. Valutazione necessaria - si rileva - ma che, a nostro avviso, è svolta in maniera non efficace ai fini della selezione di un’ottima stagione per il pubblico. Operando nella sfera dell’organizzazione di spettacolo, è endemico costituire non solo enti ad hoc per la singola selezione ma ingaggiare diverse professionalità esterne all’ente per la realizzazione del progetto che spesso (come in questo caso) presenta particolari sfide tecniche ed organizzative. Ne consegue che l’ente di per sé, in casi come questo, è solamente un contenitore che, come nel caso di una costituzione ad hoc, non possiede un curriculum valutabile ma team e proposta validi. Ci preme specificare che l’attività di AMA Calabria sarà sicuramente efficace ma l’avviso non premia la proposta e lo fa, potenzialmente, a spese del pubblico. Valutazione dunque formalmente legittima ma miope».

Unicità dell’offerta

«La valutazione di cui al punto 1 diviene particolarmente importante quando ci poniamo come obiettivo una stagione nuova ed unica. A nostro parere, Vibo Valentia ha una estrema necessità di costruire un’offerta culturale peculiare con l’obiettivo di porsi come luogo di cultura di riferimento per il contesto regionale. Ama Calabria, com’è giusto che sia da operatore professionale e strutturato quale è, avanza la sua proposta ampliando la propria attività con un’altra sala in gestione. Da cittadini e spettatori quali siamo, noi di Altrove - scrive il direttivo - ragioniamo sulla possibilità che la programmazione del Teatro Comunale di Vibo Valentia possa essere omologata a quella delle altre sale gestite dallo stesso soggetto, per altro molto vicine. È ipotesi valida quella di diventare l’appendice di un cartellone già definito altrove? Non sarebbe stato più lungimirante diversificare: lasciare a un soggetto consolidato il ruolo di presidio regionale su Lamezia Terme e Catanzaro, e affidare Vibo Valentia a una realtà nuova, in grado di proporre linguaggi, artisti e percorsi differenti?».

Il teatro come centro culturale di tutti

«Usufruire di una sala teatrale così ben realizzata può e deve essere, a nostro parere, una possibilità da garantire a diverse realtà culturali ed imprenditoriali locali e, sebbene l’avviso specifichi che l’amministrazione comunale riservi per sé e per altri l’utilizzo della sala, sappiamo che è prassi che il numero di giornate disponibili venga stabilito in accordo con il gestore. Questo significa che alcune realtà, come è normale che sia, utilizzeranno la sala corrispondendo una somma per l’affitto che sarà fuori dal campo di applicazione dell’articolo relativo alle giornate riservate al Comune. Questo avviene per una banale ragione di incapienza di giornate che saranno presumibilmente richieste in massa in alcuni momenti specifici della stagione. In che modo un soggetto, giustamente orientato a ragionamenti di economia di scala, può venire incontro alle necessità dei piccoli enti che dovrebbero, a nostro parere, poter godere dell’utilizzo della sala a prezzi calmierati?».

La prossimità dell’offerta culturale

«Non rivendichiamo un “diritto di prelazione” perché siamo vibonesi, ma crediamo che, in una città che prova a ricostruire una propria identità culturale, premiare chi ha scelto di investire qui, da qui, su questo pubblico, non fosse un dettaglio marginale. Riteniamo che una proposta come quella di Altrove, che riesce a raccogliere maestranze e volontari quasi tutti under 30 e vibonesi, possa rappresentare un deciso primo passo verso l’accrescimento dei curriculum di giovani professionisti e un segnale importante in controtendenza alla continua fuga di giovani dalla provincia. Auspichiamo che, anche in futuro, si riesca ad andare oltre le valutazioni già poste in essere per tenere in considerazione anche una politica di indotto che potrebbe ruotare attorno al nostro teatro».

Piccola stagione, grandi opportunità

Per Altrove, infine, «il carattere di provvisorietà del provvedimento di assegnazione avrebbe potuto costituire l’habitat ideale per accrescere l’esperienza di operatori cittadini che si scontrano costantemente con i limiti di una città povera di spazi di spettacolo. I sei mesi di assegnazione avrebbero potuto essere l’occasione ideale per mettere alla prova realtà più piccole, permettendo loro di crescere, strutturarsi, sperimentare mentre, la gestione triennale (nuovo bando?), più complessa e impegnativa, è il terreno naturale su cui misurare strutture già consolidate e con forte capacità organizzativa, come Ama Calabria. In altre parole, perché utilizzare una procedura breve e transitoria per rafforzare ulteriormente chi è già forte, invece di usarla come strumento di crescita dell’ecosistema locale?».

Considerazioni finali

«Come Altrove Cantiere Culturale sentiamo il dovere di porre queste questioni non per rivendicare un torto subito, ma per contribuire ad una riflessione collettiva su che cosa debba diventare il Teatro Comunale di Vibo Valentia: un semplice contenitore di spettacoli o un vero motore di comunità, capace di generare lavoro, crescita e nuove opportunità per il territorio? Se vogliamo davvero che il nuovo teatro sia un’occasione di svolta per Vibo Valentia, è necessario che le scelte compiute oggi non si limitino ad essere formalmente corrette, ma siano anche politicamente lungimiranti e socialmente generative. Altrove continuerà a lavorare - conclude il direttivo -, con la stessa ostinazione e lo stesso entusiasmo di sempre, perché una nuova generazione di vibonesi possa trovare qui, e non altrove, lo spazio per esprimersi, crescere e costruire futuro».