Agromafie, Coldiretti: 'Cinquemila i ristoranti in mano alle mafie'

La criminalità organizzata gestisce almeno 5000 locali nella ristorazione. Lo rivela la Coldiretti in seguito al blitz della Dia in due noti ristoranti della capitale. 'Un fatturato di 15,4 miliardi l'anno'
di Redazione
12 marzo 2015
12:36

Sono almeno 5000 i locali della ristorazione nelle mani della ‘mafia and company’ nel nostro Paese che approfitta della crisi economica per penetrare in modo sempre piu’ massiccio e capillare nell’economia legale. E’ quanto rileva la Coldiretti in relazione al blitz dell’antimafia in zona Pantheon a Roma che ha portato al sequestro di due ristoranti gestiti, secondo le accuse, dalla ‘Ndrangheta a conferma del fatto che quello della ristorazione per le organizzazioni criminali e’ uno dei settori maggiormente appetibili. Dai campi alla tavola le agromafie – sottolinea la Coldiretti – fatturano in Italia un importo di 15,4 miliardi in crescita del 10 per cento in un anno perche’ si tratta di attivita’ appetibili anche in tempi di crisi perche’ del cibo si ha comunque bisogno e perche’ consentono di infiltrarsi nel cuore della societa’.


La criminalita’ organizzata in alcuni casi possiede addirittura franchising, forti dei capitali assicurati dai traffici illeciti collaterali. Attivita’ che aprono in breve tempo decine di filiali in diversi paesi del mondo come e’ emerso dal terzo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalita’ nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. Vi sono attivita’ ‘pulite’ che si affiancano a quelle ‘sporche’, avvalendosi degli introiti delle seconde, assicurandosi cosi’ la possibilita’ di sopravvivere anche agli incerti del mercato ed alle congiunture economiche sfavorevoli, ma anche di contare su un vantaggio rispetto alla concorrenza, la disponibilita’ di liquidita’, e di espandere gli affari. Acquisendo e gestendo direttamente o indirettamente gli esercizi ristorativi le organizzazioni criminali hanno anche la possibilita’ di rispondere facilmente ad una delle necessita’ piu’ pressanti: riciclare il denaro frutto delle attivita’ illecite E se Cosa Nostra manifesta un particolare interesse nei confronti dell’acquisizione e della costituzione di aziende agricole, ma anche della grande distribuzione alimentare (centri commerciali e supermercati) e la Camorra mira a tutto il settore agroalimentare ed alla ristorazione in modo specifico, la ‘Ndrangheta, per infiltrarsi nel comparto agroalimentare, sfrutta in particolar modo le connivenze all’interno della pubblica amministrazione.


 

Le attivita’ ristorative – osserva la Coldiretti – sono dunque molto spesso tra gli schermi legali dietro i quali si cela un’espansione mafiosa sempre piu’ aggressiva e sempre piu’ integrata nell’economia regolare.La politica imprenditoriale della mafia moderna si caratterizza per una vocazione colonizzatrice ed una struttura tentacolare, di crescente complessita’. Grazie ad una collaudata politica della mimetizzazione, le organizzazioni riescono a tutelare i patrimoni finanziari accumulati con le attivita’ illecite. Si muovono ormai come articolate holding finanziarie, all’interno delle quali gli esercizi ristorativi rappresentano efficienti coperture, con una facciata di legalita’ dietro la quale e’ difficile risalire ai veri proprietari e all’origine dei capitali. Le operazioni delle forze dell’ordine – conclude la Coldiretti – indicano con chiarezza gli interessi di tutte le organizzazioni criminali nel settore agroalimentare, ma anche in modo specifico nella ristorazione nelle sue diverse forme, dai franchising ai locali esclusivi, da bar e trattorie ai ristoranti di lusso e aperibar alla moda.

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