Bufera in Liguria

Arrestato Giovanni Toti, le accuse di corruzione elettorale al governatore: «Lavoro e alloggi in cambio di voti»

Le elezioni regionali nel mirino degli investigatori. Contestazioni al coordinatore della campagna per il voto del 2020. «Uno dei candidati legato a Cosa Nostra». In questo filo dell’inchiesta non sono state chieste misure cautelari per il presidente della giunta

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di Redazione Cronaca
7 maggio 2024
12:07

Perquisizioni della Guardia di finanza nell'appartamento genovese di Giovanni Toti, governatore della Liguria finito agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione. E militari in azione anche negli uffici del Consiglio regionale.

Nel mirino degli investigatori, tra le altre cose, le elezioni regionali 2020. A Matteo Cozzani quale coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista "Cambiamo con Toti Presidente", Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, quali rappresentanti della comunità riesina di Genova, viene contestato (in concorso con il presidente della Regione Liguria, per il quale non è stata chiesta alcuna misura cautelare/interdittiva in relazione a questo delitto) il reato di corruzione elettorale in occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020


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«Costoro - scrivono gli investigatori - sono accusati di aver promesso posti di lavoro ed il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova (almeno 400 preferenze) e comunque siciliani verso la lista "Cambiamo con Toti Presidente", nonché verso l'indagato Stefano Anzalone ed alcuni altri candidati della predetta lista, questi ultimi sottoposti ad indagini».

«A Italo Cozzani, Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, e non anche al presidente della Regione, non essendo emersi elementi a suo carico, è contestata l'aggravante di cui all'art. 416-bis.1 c.p., per aver commesso il reato di corruzione elettorale al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova».

Analogo reato di corruzione elettorale viene contestato a Italo Maurizio Testa, Arturo Angelo Testa, in concorso con Stefano Anzalone, quale candidato al Consiglio regionale per la Lista "Cambiamo con Toti Presidente. «In occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020 - viene spiegato - questi promettevano posti di lavoro a più persone per far convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova e comunque siciliani verso la lista "Cambiamo con Toti Presidente" e verso il candidato Anzalone Stefano. Anzalone, secondo l'accusa, offriva ai fratelli Testa il sostenimento delle spese di vitto e soggiorno in Genova dei predetti fratelli nel periodo compreso tra il 10 ed il 19 settembre 2020. Il reato è aggravato, per quanto concerne i fratelli Testa, non anche per Anzalone, per essere stato commesso al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova».

Arresto Toti, l’avvocato del governatore: «È sereno, spiegherà tutto»

«Ho parlato con il presidente, il mio assistito è sereno e conta di spiegare tutto». Lo ha detto l'avvocato di Giovanni Toti Stefano Savi uscendo dall'appartamento assieme al governatore e alla Guardia di finanza. Toti, ha detto Savi «continuerà a lavorare. Come abbiamo potuto vedere fino a questo momento sono tutti fatti a cui possiamo dare una spiegazione nell'ambito di una legittima attività di amministrazione per l'interesse pubblico».

Arresto Toti, «non si parla di dimissioni»

«Non si parla di dimissioni. Si sospende dalla funzione e poi vedremo cosa succede. Il processo è ancora tutto da fare», ha aggiunto, Savi. «Vediamo gli atti, li leggiamo e cerchiamo di capire come costruire gli elementi difensivi nel miglior modo possibile». «Il presidente è sereno e tranquillo. Vuole affrontare il procedimento spiegando tutto nel dettaglio. Scusate», ha aggiunto concluso il legale rivolto ai cronisti, «al momento non posso parlare».

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