L’ex pm di Torino, Enzo Bucarelli, «voleva, in buona sostanza, aiutare» l’allora calciatore del Torino Demba Seck, oggi in prestito in Serie B al Catanzaro, «a eludere l’approfondimento investigativo e le sue varie ed eventuali conseguenze negative e, quindi, a far definire in breve tempo, e senza danni giudiziari o reputazionali, il procedimento a suo carico. E lo strumento di tale “aiuto” non poteva che essere, ovviamente, l’omesso sequestro e l’omessa analisi del telefono cellulare del calciatore».

Lo ha scritto il gup di Milano, Luigi Iannelli, nelle motivazioni della condanna a un anno, 9 mesi e 10 giorni per il magistrato, oggi giudice civile a Genova, imputato per frode in processo penale e depistaggio in merito al caso del giocatore, indagato e poi archiviato per revenge porn, perché avrebbe inviato a terze persone i video intimi di una sua ex fidanzata dopo averla minacciata perché lei aveva interrotto la relazione.